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Hamas restituisce i corpi degli ostaggi morti alle famiglie, verso la fine della fase uno della tregua

I miliziani non hanno comunicato alle autorità israeliane il numero, la consegna avverrà giovedì

di Redazione Esteri

Guerra, verso la fine della fase uno della tregua: il momento più critico

La tregua tra Israele e Hamas resta appesa a un filo, sta per chiudersi la prima fase, quella relativa alla riconsegna degli ostaggi israeliani e la liberazione dei carcerati palestinesi. Giovedì sarà una giornata cruciale in questo senso, ma anche drammatica. Hamas ha fatto sapere che riconsegnerà alcuni dei corpi degli ostaggi morti, non precisando il numero. I familiari che riceveranno il sacco nero scopriranno così la fine del proprio caro. L'annuncio della consegna, che da quanto è filtrato finora - in base a quanto risulta a La Repubblica - dovrebbe riguardare i corpi di quattro o cinque persone, è arrivato ieri in corrispondenza con le manifestazioni che in tutto il Paese hanno ricordato i 500 giorni dalla strage del 7 ottobre: e – ma questo nelle manifestazioni non è stato ricordato – dall’inizio della reazione israeliana sulla Striscia, che ha fatto più di 46 mila morti e distrutto buona parte dell’enclave palestinese.

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Fonti anonime hanno anche fatto sapere alla stampa locale che il governo sta lavorando per riportare a casa sabato sei ostaggi vivi, e non solo tre come prevede il calendario dell’accordo. Se a casa tornassero in sei, - prosegue La Repubblica - sarebbe esaurita la quota di ostaggi vivi di cui era stata decisa la liberazione nella prima fase del cessate il fuoco, mentre il futuro dell’accordo, e l’entrata in vigore della fase due, restano ancora incerti. Ieri è stata un’altra giornata calda anche sul fronte libanese: oggi le truppe israeliane avrebbero dovuto lasciare completamente il Paese dei cedri, ma l’Idf ha annunciato invece che manterrà cinque postazioni per vigilare sulla zona di confine, causando la reazione sdegnata del governo di Beirut.

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