Esteri
Guerra Ucraina, le mire espansionistiche di Putin e Xi Jinping sull'Occidente
Per il Cremlino l’Europa è un campo aperto, senza l’appoggio Usa, una facile preda. Kiev è - solo - il primo boccone
Guerra Russia-Ucraina, un nodo mondiale. Mosca e Pechino hanno come obiettivo l'Occidente
A Giorgia Meloni va riconosciuto di aver dato priorità all’impegno del suo governo in ottica internazionale per affrontare i due nodi che oggi stringono non solo l’Italia e l’Europa ma il mondo intero: l’immigrazione e la guerra in Ucraina. Un impegno particolarmente significativo perché basato sui valori e sulla cultura dell’Occidente, sempre meno considerati in Italia, in Europa, negli Usa. Due nodi, l’immigrazione e la guerra in Ucraina, collegati. Soprattutto a causa di Russia e Cina, i due Paesi che, con forze militari ed economiche e prospettive geopolitiche diverse, hanno messo l’Occidente nel mirino, non solo eufemisticamente. Specie in Italia, ma anche in Europa e negli Usa, c’è chi per miopia politica o per calcolo politico o per interessi economici, gioca a rimpiattino e non s’accorge che il sogno della globalizzazione garanzia di sviluppo e di pace è fallito, non vede ancora il cambiamento in atto sullo scenario internazionale con le ombre oscure e incombenti dell’orso russo e del drago cinese.
La guerra in Ucraina sarà di lunga durata perché lì, sul campo, si gioca e si giocherà la partita decisiva per la spartizione del mondo, con la Russia e la Cina in prima linea, su tutti i fronti e non solo su quelli militari. L’invasione russa che da oltre un anno sconvolge l’Ucraina è per Putin guerra di resistenza all’Occidente che “vuole cancellare la Russia e mettere il cappio al sud del mondo”. Di più. Perché gli obiettivi di Putin, in partnership con il patriarcato di Mosca, sono già stati indicati dai filosofi del regime. Ancora l’altro ieri Aleksandr Dugin, l’uomo che “sussurra” a Putin, ha ribadito che quella in corso in Ucraina è “La guerra degli angeli contro i demoni”, la guerra della terza Roma contro Cartagine, guerra che può solo concludersi con lo sterminio dell’Impero delle tenebre individuato nell’Occidente orientato dalla Chiesa cattolica.
Ciò fa capire che Putin non ha aggredito l’Ucraina per una questione “territoriale locale” ma per mettere in pratica il suo disegno espansionistico con la Russia impegnata a riprendersi quel che aveva perso dopo il crollo del comunismo del 1991, per riaffermare il primato religioso, staccare l’Europa dagli Usa diventando preda delle mire espansionistiche russe. Mosca vuole oggi che il patriarcato di Mosca abbia il primato su tutta l’Europa. Da qui si è sviluppata da metà anni ’90 l’ideologia del “Russkij Mir”, il mondo russo: unire tutti i russi presenti ovunque, per salvare il mondo contro il relativismo occidentale e contro il cattolicesimo romano. I due poli per i russi di tutto il mondo sono il patriarcato di Mosca e il presidente della Federazione russa. Putin vuole un’Europa sottomessa al Cremlino e al patriarcato di Mosca mettendo in atto quel che non riuscì neppure ai suoi predecessori, da Ivan il Terribile a Stalin. Tutti sotto Mosca, tutti ortodossi, con le buone o con le cattive.