Esteri
Guerra ucraina, perché la sconfitta della Russia può essere un bene per Mosca
Perché non approfittare del presente conflitto per tagliare le unghie all’orso russo? Finché le avrà non farà dormire sonni tranquilli a nessuno
Ora improvvisamente ci troviamo nella guerra fino al collo ma e non dobbiamo esagerare neanche nell’altro senso, fino a credere che la guerra sia come un acquazzone imprevisto che ci può capitare tra capo e collo in qualunque momento. Basta rispondere a questa domanda: “La guerra è possibile anche sul suolo europeo. Ma quanto è probabile che dall’oggi al domani scoppi un conflitto tra l’Inghilterra e la Spagna? O la Francia e la Germania?” Se simili guerre sembrano impossibili è segno che l’eccezione ha un solo nome: Russia. E allora, tornando agli Stati Uniti, perché non approfittare del presente conflitto, se ce n’è l’occasione, per tagliare le unghie all’orso russo? Finché le avrà, o crederà di averle, non farà dormire sonni tranquilli a nessuno. La sconfitta di una Russia aggressiva sarebbe un bene per tutti, Russia inclusa. E non sto scherzando.
Tutto partì dalla guerra del 1870, momento dal quale cominciò l’infinito revanscismo francese per riprendersi l’Alsazia e la Lorena. Cose che i francesi conseguirono con la Prima Guerra Mondiale. In questo conflitto gli Imperi Centrali si arresero quando gli eserciti stranieri non calpestavano ancora il loro territorio perché si resero conto che tecnicamente avevano perso la guerra e risparmiarono ai loro popoli inutili lutti e distruzioni. Purtroppo i tedeschi normali non capirono di essere stati sconfitti e molti considerarono la resa ingiustificata, una sorta di tradimento, un attentato alla dignità della Germania. E così nacque il revanscismo tedesco che fu alla base del successo di Hitler e dei suoi progetti di dominio del mondo.
Ma a Hitler, per fortuna, andò male. E nella Seconda Guerra Mondiale i tedeschi subirono una tale quantità di distruzioni e di morti – a parte la vergogna indelebile della Shoah – che nel 1945 si considerarono tremendamente e giustamente vinti e puniti. Una coscienza che ha impedito qualunque revanscismo e a cui dobbiamo settantasei anni di pace. Se la Russia avesse compreso il senso e le cause della sconfitta nella Guerra Fredda, forse oggi avrebbe lasciato in pace l’Ucraina. E noi. Ma non soltanto Putin non l’ha capito, si è nutrito per anni di sogni e leggende.