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Esteri
Guerriglia in Colombia, 26 morti: Ivàn Duque reprime nel sangue le proteste

Bachelet ha inoltre aggiunto: “Gli agenti incaricati di far applicare la legge devono rispettare il principio di legalità, precauzione, necessità e proporzionalità (…) le armi da fuoco possono essere utilizzate solo come ultima risorsa di fronte a un’imminente minaccia di morte o lesione grave”.

Precisazioni non solo formali, in quanto alcune testimonianze parlano di spari contro una delegazione ONU che portava aiuti umanitari, dell’uso di lacrimogeni anche contro dei bambini, di detenzioni immotivate e persino di violenze sessuali.

D’altra parte, l’ex presidente Álvaro Uribe – nel cui solco si inserisce l’operato politico di Duque – aveva invitato a sparare sui civili con un post poi rimosso dai social. Anche la brutalità delle forze dell’ordine rappresenta la recrudescenza di un problema già noto: già lo scorso settembre c’erano state altre manifestazioni dopo la diffusione di un video nel quale si vedeva un uomo morire dopo essere stato colpito più volte con un taser da due agenti.

LE IRREGOLARITA’ DENUNCIATE DALL’ONG TEMBLORES
 

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