Esteri
Kiev continua lo scambio di prigionieri. Mosca assolta sui fondi al terrorismo
Riguardo le crescenti minacce russe, secondo il Telegraph, Washington ha intenzione di schierare armi nucleari nella base della Raf di Lakenheath nel Suffolk
Guerra in Ucraina, scambio di prigionieri in corso. Zelensky: "Riporteremo tutti a casa"
Piccolo sprazzi di intesa tra Russia e Ucraina, almeno sulla gestione dei prigionieri. Le due potenze, infatti, hanno annunciato un nuovo scambio di centinaia di prigionieri di guerra. «I nostri sono a casa. 207 ragazzi» ha annunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram aggiungendo che «dobbiamo riportare a casa tutti. Ci stiamo lavorando». Contemporaneamente, il ministero della Difesa russo ha annunciato che «a seguito dei colloqui, 195 soldati russi sono stati restituiti dalla prigionia» in Ucraina.
Intanto un monito «duro e deciso» è stato rivolto da Mosca agli Stati Uniti - riporta La Stampa - perché non diano corso ad un piano che prevedrebbe di tornare a schierare nel Regno Unito missili con testate nucleari puntati contro la Russia. Un segnale ulteriore delle tensioni crescenti tra quelli che tornano ad essere i due blocchi della Guerra Fredda, accompagnate dagli allarmi quasi quotidiani dai Paesi della Nato su un possibile attacco russo.
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Citando un documento del Pentagono, che parla di crescenti minacce dalla Russia, il Telegraph ha scritto che Washington è intenzionata a schierare armi nucleari nella base della Raf di Lakenheath nel Suffolk, da dove le aveva rimosse nel 2008. Nel commentare le indiscrezioni, il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov ha avvertito quelle che ha definito «le teste calde di Washington» che una decisione del genere porterà solo «un aumento del grado generale di escalation e minaccia in Europa» senza rafforzare «né la sicurezza del Regno Unito né quella degli Stati Uniti».
Intanto non si arrestano i bombardamenti russi sull'Ucraina. Dal primo gennaio, ha scritto Zelensky su X, le forze di Mosca hanno lanciato oltre 330 missili e 600 droni. Kiev ha quindi bisogno di dotarsi di uno «scudo aereo sufficientemente forte», ha sottolineato il presidente, ribadendo le sue richieste di un maggiore sostegno militare dai Paesi della Nato anche nell'incertezza che permane sui nuovi aiuti, in particolare quelli che il presidente americano Joe Biden sta chiedendo al Congresso di approvare.
«Per gli Usa abbandonare il conflitto in Ucraina in questo momento cruciale e tagliare il sostegno a Kiev sarebbe un autogol di proporzioni storiche», ha scritto il capo della Cia William Burns, ex ambasciatore a Mosca, in un articolo per Foreign Affairs. Ma il presidente francese Emmanuel Macron ha messo in conto un'eventuale defezione di Washington affermando che «se gli Stati Uniti dovessero scegliere sovranamente di interrompere o ridurre gli aiuti», spetterebbe agli europei sostenere l'Ucraina «a lungo termine».
Guerra in Ucraina, l'Aja respinge le accuse di Kiev a Mosca sui presunti fondi al terrorismo
La più alta Corte delle Nazioni Unite ha respinto le accuse di Kiev secondo cui la Russia avrebbe "finanziato il terrorismo" dal 2014 in Ucraina orientale, concludendo che la fornitura di armi o campi di addestramento non rientravano nell'ambito della legislazione.
Kiev ha definito Mosca uno “Stato terrorista” e ha affermato che il sostegno russo ai ribelli separatisti è stato un prologo dell’invasione del febbraio 2022. Questo caso è antecedente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022. La Corte internazionale di Giustizia (Icj), all'Aia, dirà venerdì se ha giurisdizione per pronunciarsi in procedimenti separati riguardanti quella guerra.
La Corte questa volta ha dichiarato che solo i trasferimenti di denaro possono essere considerati sostegno a presunti gruppi terroristici ai sensi della Convenzione internazionale sul finanziamento del terrorismo. "Pertanto, la presunta fornitura di armi a vari gruppi armati operanti in Ucraina (...) non rientra nell'ambito materiale" della Convenzione, ha affermato l'Icj.
Di conseguenza, la Corte Onu ha respinto la maggior parte delle argomentazioni dell'Ucraina non ordinando a Mosca i risarcimenti richiesti da Kiev. I giudici hanno solo criticato la Russia per non aver preso “misure per indagare” sulle possibili violazioni della Convenzione per la repressione del finanziamento del terrorismo, L’Icj “respinge tutti gli altri argomenti avanzati dall’Ucraina”, ha affermato nella sua sentenza.
L’Ucraina chiedeva un risarcimento per gli attacchi attribuiti ai separatisti, compreso l’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines nel luglio 2014 sui cieli ucraini e che uccise 298 persone. Mosca sta cercando di “cancellare” l’Ucraina “dalla mappa geografica”, ha ribattuto il rappresentante ucraino Anton Korynevych.
Le sentenze dell'Icj sono giuridicamente vincolanti e definitive. Tuttavia, non esiste un meccanismo per farle rispettare. La Corte, ad esempio, ha ordinato alla Russia nel marzo 2022 di sospendere l’offensiva in Ucraina, che è ancora in corso.