Esteri

La crisi nera della Francia: paura guerra civile: l'appoggio incondizionato all'Ucraina ha rovinato Macron

di Matteo Castagna

Parigi non è più in grado di costruire la pace in Europa

La crisi nera della Francia

Il giornalista Jean-Baptiste Noé scrive sulla rivista Limes n. 7/2024 che "Parigi vive il conflitto come umiliazione dell'autonomia strategica. Teme di dovervi inviare soldati non a combattere i russi, ma a evitare una guerra civile. La rinuncia alla diplomazia, lasciata a USA e Cina, è un affronto e un'ammissione di sconfitta".

L'esito del conflitto appare scontato, l’Ucraina è un paese materialmente distrutto, in cui il calo demografico si sta facendo sentire. Assomiglia molto ad un "protettorato" degli americani e della Ue. La Francia di Macron è tra le più grandi sostenitrici di Kiev, come si ricorderà dalle sue dichiarazioni, di pochi mesi fa, in merito all'intenzione di un intervento diretto dell'esercito francese, stoppato dalla NATO.

Le conseguenze del "buco nero" ucraino saranno certamente notevoli, anche se il Presidente sembra non volersene accorgere. Il primo problema di Parigi è la criminalità. Migliaia e migliaia di armi d'ogni genere sono arrivate in Ucraina. Una buona parte di esse non è stata usata per la difesa contro la Federazione Russa. La corruzione che regnava sovrana prima della guerra, è sensibilmente aumentata.

Le armi finiscono nelle mani di reti criminali che le rivendono ad altri soggetti. La Francia è la prima ad aver subito delitti con armi provenienti dall'Ucraina, come, ad esempio, una sparatoria a Marsiglia nel maggio 2023, a opera di trafficanti di droga.

Limes sottolinea che "episodi simili sono stati osservati a Grenoble in alcuni regolamenti di conti fra bande criminali. Il 14 maggio 2024 ha avuto luogo una spettacolare evasione in una stazione di pedaggio in Normandia: un cellulare è stato fermato da uomini in equipaggiamento militare che hanno abbattuto i due autisti e liberato il carcerato. Le armi impiegate nell’assalto erano di fabbricazione americana e di provenienza ucraina".

Già dal luglio 2022, Europol aveva avvertito che il contrabbando si sarebbe rivolto verso i paesi dell’Unione Europea. Armi ucraine sono state trovate anche in altri paesi europei: Svezia, Finlandia, Danimarca. Nel giugno 2023, i24 News ha riferito che ne sono state vendute anche all'Iran, a Hamas e Hezbollah.

Quando i combattimenti finiranno, torneranno forti tensioni politiche e sociali. Avvisaglie ci sono già state, tra il presidente e il suo ex capo di Stato maggiore, che hanno portato alla sostituzione di quest’ultimo. Il malcontento popolare, la sconfitta, le frontiere incerte, la disoccupazione, i morti saranno imputati a Zelensky e, giocoforza a Macron, che, non a caso, viene sconfitto alle elezioni e clamorosamente battuto dall'estrema destra di Marine Le Pen e dall'estrema sinistra di Mélenchon, entrambe formazioni politiche euroscettiche e a favore della pace. Non è escluso, a priori, che possa scoppiare una guerra civile, facendo piombare il paese nel caos.

"Le tensioni in corso in Ucraina dagli anni Dieci di questo secolo sono una forma di guerra civile che oppone ucraini che guardano alla Russia ad altri ucraini che guardano all’Europa". Questa divisione potrebbe provocare problemi di ogni genere, anche molto gravi e duraturi, in merito all'eventuale integrazione nella Nato o nell’Unione Europea, che la Francia di Macron sembrerebbe non voler vedere.

Anche la Chiesa ortodossa si è divisa, con la Chiesa di Kiev che ha proclamato l’autocefalia e si è separata da quella di Mosca, col conseguente riconoscimento da parte del patriarca di Costantinopoli. Lo spettro di motivazioni di carattere religioso si aggiungono all' inasprimento dei conflitti in Ucraina.

Tutta questa instabilità "potrebbe condurre a una destabilizzazione delle frontiere interne all’Unione Europea" - suggerisce Limes. "La Romania, l’Ungheria e la Polonia potrebbero essere tentate di recuperare territori e popoli un tempo sotto la loro giurisdizione. Non si tratta qui di fare del catastrofismo, bensì di ricordare che scenari simili si sono prodotti in passato – in paesi attraversati da guerre intense – e hanno sempre portato non solo alla rovina del teatro dei combattimenti ma pure di quelli vicini. Per evitarli bisogna conoscerli e prepararsi" - sostiene sempre Limes.

"Parigi si è infilata in un vicolo cieco diplomatico dal quale non sa come uscire. È nuovamente vittima della sindrome siriana. Il governo francese si è mostrato incauto nei confronti del presidente della Siria Baššār al-Assad, arrivando a invocare il suo rovesciamento. Nel 2013 si era offerto volontario per condurre un’operazione militare contro Damasco, annullata in extremis in seguito al rifiuto statunitense di parteciparvi.

Dieci anni dopo, Assad è ancora al potere, la Siria è stata reintegrata in diversi consessi internazionali e i paesi arabi hanno ripristinato le relazioni diplomatiche. Ma Parigi non sa come rimettere in sesto i rapporti con Damasco senza dare l’impressione di una umiliante retromarcia" (Limes, n.7/2024)

Inoltre, il ministro dell’Economia Bruno Le Maire aveva promesso di «mettere l’economia russa in ginocchio». Non è successo. Le sanzioni non hanno avuto l’effetto previsto: il potere di Vladimir Putin non si è indebolito e Mosca continua ad approvvigionarsi di armi. Di fronte al fallimento di questa politica, è la credibilità della Francia a essere pesantemente sconfitta, così come la sua influenza sulla scena europea e mondiale.

Parigi non è più in grado di costruire la pace in Europa, non ha più influenza in Russia e deve appoggiarsi a concorrenti, anzi ad avversari, come la Cina e la Turchia. Infine, dopo settimane di attesa e negoziazioni febbrili, la Francia ha un nuovo primo ministro. È Michel Barnier, già commissario europeo e capo negoziatore per conto di Bruxelles sulla Brexit. La scelta a cui è approdato il presidente Emmanuel Macron, dopo lunga esitazione, cerca di gestire una situazione senza precedenti all’Assemblea Nazionale, che è priva di una maggioranza. La scommessa di Macron, in altre parole, è che ‘Mr. Brexit’ utilizzi i suoi quasi 50 anni di esperienza politica, per costruire ponti e traghettare la Francia fuori dall’attuale stallo politico. Ma di fronte agli occhi dell'Europa e del mondo intero, la grandeur è tramontata definitivamente.

A tutto ciò aggiungiamo altri particolari, attendendo gli esiti delle analisi giornalistiche: Candace Owens, giornalista investigativa americana, si è espressa sull'inchiesta del giornalista Xavier Poussard sulla famiglia di Emmanuel Macron. Parlando, in generale, dei potenti, ha affermato in un video su Telegram: "la mia teoria è che mettono i pedofili e le loro vittime in posizioni di comando, in modo da poterli controllare, in tutto il mondo".

"Innanzitutto, non sappiamo molto di Macron. È cresciuto con la nonna e la casa in cui vivevano ora è chiusa. Questo è molto strano. Non ci sono fotografie di Macron con i suoi genitori fino all’età di 25 anni. Abbiamo scoperto che una donna di nome François Nogias, presentata come la madre di Emmanuel Macron, era responsabile di un programma medico per persone transgender in Francia. Questa informazione non è mai apparsa sui giornali. E ci sono testimonianze che abbiamo trovato, in cui le persone transgender ringraziano François Noguesse per questo programma. Dobbiamo anche ricordare che Macron, prima di diventare presidente, era un banchiere dei Rothschild. Ma non aveva le qualifiche per fare il banchiere".