Esteri

Libia, il doppio gioco della Francia: sabotata la condanna Ue ad Haftar

Parigi continua a ballare da sola. Già dimenticata la Conferenza di Berlino, dove tutti insieme si sono fatti fotografare e hanno parlato di tregua e di pace

Parigi continua a ballare da sola. Già dimenticata la Conferenza di Berlino, dove tutti insieme si sono fatti fotografare e hanno parlato di tregua e di pace. La Francia prosegue nella sua partita personale dove contano soprattutto i suoi interessi. Ed ecco allora che Parigi ha bloccato una dichiarazione congiunta con Italia, Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti di condanna del blocco delle esportazioni di petrolio deciso dal generale Khalifa Haftar sabato scorso, alla vigilia della conferenza di Berlino.  "La Francia sta bloccando l'emissione di una dichiarazione congiunta dei Paesi occidentali che condanni la chiusura di porti e campi petroliferi" imposta dal generale Khalifa Haftar "e che chieda che siano riaperti immediatamente", ha denunciato segnalato Ashraf Shah, un esponente di spicco vicino all'esecutivo del premier Fayez Al-Sarraj. "Percio' i Paesi emetteranno dichiarazioni individuali che esprimono la loro posizione", ha aggiunto su Twitter l'ex-consigliere politico della presidenza dell'Alto consiglio di Stato libico.

Il ruolo della Francia in Libia è stato criticato anche in un'intervista da Affaritaliani.it dal generale Franco Angioni: "Non ho nulla contro la Francia, che se non è un paese fratello è almeno un paese cugino", ha detto l'ex comandante della missione di pace Libano 2. Ma sulla Libia sono costretto a dire che l'Italia è stata trascinata in situazioni spiacevoli proprio dalla Francia, che si è sbilanciata con azioni politiche volte a difendere i suoi interessi e non alla soluzione del problema che si è aperto nel post Gheddafi. Ancora oggi mi pare che Parigi lanci il sasso e nasconda la mano. L'Italia sta pagando le conseguenze del comportamento non molto corretto da parte della Francia, che a proposito di ex colonie si fa molti meno scrupoli rispetto a noi".

Nel frattempo ha parlato di Libia anche Sergio Mattarella: "Noi sosteniamo la legittimita' del governo di Fayez al Serraj ma sosteniamo il dialogo con tutti, il punto di riferimento sono l'Onu e le scelte dell'alto rappresentante" ha detto il Presidente della Repubblica incontrando a Doha l'emiro del Qatar. "L'ultima offensiva militare ha provocato morti, distruzioni, feriti, sfollati" ha ricordato il Capo dello Stato, che ha ringraziato Onu e Germania per la conferenza di Berlino". 

Intanto una riunione del Comitato europeo per la politico e la sicurezza è stata convocata per venerdì prossimo per iniziare a lavorare sulla missione europea sull'embargo alle armi in Libia. Lo si apprende a Bruxelles. La riunione fa seguito al mandato del Consiglio Affari esteri che si è riunito ieri, per lavorare su una missione per l'embargo alle armi in Libia che può iniziare con gli strumenti esistenti, ovvero la missione Sophia EunavforMed, ma profondamente rivista per indirizzarla su un monitoraggio sull'embargo non solo via mare ma anche via aria e 'auspicabilmente' via terra.