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Lula e Xi lanciano la dedollarizzazione. I BRICS allargati a Iran e Argentina

di Redazione Esteri

Il presidente brasiliano a Pechino rilancia il progetto di sganciamento dalla dipendenza verso il dollaro Usa. Nuovi ingressi nei BRICS, non ancora un'alleanza

Il BRICS modello alternativo di sviluppo globale, entrano anche Argentina e Iran

Rispetto a quei prodromi presentati nel 2010, ora a causa della vasta contesa fra Stati Uniti e Cina, l'idea di un modello alternativo di sviluppo guidato dalle economie emergenti appare meno innocuo. Eppure sin dall'inizio il gruppo si propone di cambiare il sistema commerciale globale, riducendo la dipendenza dal dollaro statunitense e promuovendo scambi con le proprie monete nazionali.

Ma ancora non si può parlare di una alleanza o di un blocco alternativo. Le intese commerciali non sempre si traducono in allineamento politico. Vero che nessuno dei paesi BRICS ha condannato l'invasione dell'Ucraina, ma il Sudafrica riconosce la legittimità della corte penale internazionale dell'Aja. Ad agosto Pretoria ospiterà il vertice annuale del gruppo e dovrà dare risposte su un eventuale partcipazione di Vladimir Putin.

L'India fa parte sia dei Brics sia del Quad, la piattaforma di dialogo indo-pacifica che la Cina percepisce come una sorta di Nato asiatica. Tra Delhi e Pechino si sono riaccese le tensioni sul confine conteso, mentre l'India sta rafforzando la partnership militare con Washington, viste le difficoltà di esportazioni della Russia.

Eppure la Cina fa dei Brics il simbolo della sua visione di mondo multipolare, in cui Pechino si immagina leader del Sud globale. Anche per questo, durante la visita di Lula, i media di stato cinesi esultano per le possibili adesioni di Iran e Argentina, che allargano lo spettro dei paesi coinvolti nella piattaforma, mentre la Cina estende costantemente la sua influenza in America latina e presso il sud globale.