Esteri

Messico, a un passo dalle elezioni: il profilo dei tre candidati

di Martina Daga*

Oltre alle elezioni domestiche, il Messico sarà particolarmente toccato dalle elezioni negli Stati Uniti

Messico, a un passo dalle elezioni

Domenica 2 giugno si terranno le elezioni in Messico. Il Presidente viene eletto direttamente ogni sei anni e il sistema non prevede la rielezione. Il candidato che ottiene la maggior parte dei voti vince, non è previsto alcun secondo round.

I tre candidati a Presidente sono Claudia Sheinbaum, Xochitl Galvez e Jorge Alvarez Maynez.  Sheinbaum è del partito Morena di centro sinistra ed è sempre stata front runner nei sondaggi. Rappresenta la continuità con l’attuale Presidente. Sicuramente il supporto di AMLO è stato d’aiuto, anche se non è così usuale in questo Paese che un Presidente uscente supporti così apertamente un candidato. Galvez è la candidata della coalizione di opposizione, di centro destra. Al momento non sembra essere stata in grado di attrarre voti con la promessa di cambiamento. Probabilmente ha inciso il fatto che durante la campagna elettorale abbia cambiato diverse volte il suo slogan e le persone vicino a lei. Infine, Maynez, il candidato di centro sinistra per il Movimento Ciudadano, ha iniziato la campagna elettorale un po' in ritardo rispetto agli altri candidati, che cerca di rappresentare un’alternativa popolare tra i giovani elettori.

Sheinbaum ha sempre avuto una larga maggioranza dei voti secondo i sondaggi pubblicati, il consenso per i tre principali candidati è sempre stato abbastanza stabile nel tempo e la campagna elettorale non ha modificato il tasso di approvazione.

Risulta abbastanza sorprendente come il consenso per il partito uscente e per la candidata supportata dal Presidente uscente sia molto alto e stabile, questo è dissonante rispetto alla percezione della popolazione sullo stato attuale dell’economia che durante gli ultimi anni del Governo AMLO è peggiorato. L’unico elemento che tutti i sondaggi riportano in crescita è la percezione della popolazione riguardo all’assistenza sociale. AMLO, infatti, si è posto come il fautore dei sussidi alla popolazione il governo, inoltre, si è dimostrato abbastanza efficace nel combattere la povertà nel Paese. Non bisogna dimenticare, che, oltre al fatto che AMLO è stato un leader molto carismatico, è anche da considerare che i partiti tradizionali stanno continuando a perdere supporto.

Oltre all’elezione del Presidente, si voterà anche per i membri del Congresso. Se la vittoria di Sheinbaum è data per scontata, non è sicuro il margine di vittoria e la maggioranza che la coalizione (Morena, PVEM e PT) otterrà nelle due camere del Congresso. Si dà abbastanza scontato che otterrà la maggioranza semplice, invece risulta dubbia la capacità della coalizione di ottenere la maggioranza qualificata necessaria per le riforme costituzionali.

Cosa aspettarsi dal cambio di governo?

Difficile capire come governerà Sheinbaum, dal momento che AMLO sta praticamente conducendo la campagna elettorale. Lei risulta abbastanza pacata e con poco carisma, senza il controllo degli altri membri del partito, per questo il rischio è che si radicalizzi, per cercare di tenere unito il partito e garantirsi i voti in Congresso, senza cedere a negoziazioni con l’opposizione. Per ora è chiara la sua volontà di segnalare una certa continuità con l’attuale Governo.  

Per riuscire a distanziarsi da AMLO le servirà tempo, non sarà in grado di farlo subito dopo essere salita al potere, prima dovrà guadagnare capitale politico.

Dal punto di vista della finanza pubblica, molte delle sue promesse elettorali implicano un aumento della spesa pubblica, bisognerà vedere quanto spazio di manovra avrà visto che ha anche promesso di mantenere una stance di austerità fiscale. Il primo appuntamento dopo le elezioni per avere un’idea più chiara dell’approccio della nuova amministrazione alla questione fiscale sarà la presentazione del budget per il prossimo anno a metà novembre. Sheinbaum ha inoltre più volte sottolineato la sua attenzione verso le questioni ambientali, mentre durante la campagna elettorale non ha avuto molto spazio il tema di sviluppo degli investimenti e l’aumento della competitività del Paese.

Oltre alle elezioni domestiche, il Messico sarà particolarmente toccato dalle elezioni negli Stati Uniti, più tardi nel corso dell’anno. Queste sono rilevanti per dettare l’indirizzo politico per i prossimi anni a livello globale, ma hanno una rilevanza particolare per il Messico dati gli stretti legami tra i due Paesi. La posizione in cui si trova il Messico nella politica statunitense non è particolarmente amichevole, anche se recentemente l’attenzione della politica commerciale estera statunitense è stata più che altro indirizzata verso la Cina. Sono stati sotto i riflettori i recenti dazi imposti dall’amministrazione di Biden proprio verso le importazioni dalla Cina, potrebbe essere più preoccupante per il Messico se dovesse essere portata avanti una misura più estesa di imposizione di dazi su tutte le importazioni. Il Messico sta beneficiando per il momento del processo di nearshoring, che ci si aspetta continui anche nei prossimi anni.

*Macro Economist, AcomeA SGR