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Migranti in Albania, il governo prepara un nuovo trasferimento. Nordio: "Prenderemo provvedimenti", verso il decreto in Cdm

di Redazione

Motovedetta con i 12 migranti è arrivata a Bari: avranno 14 giorni di tempo per fare ricorso. Salvini: "I confini sono sacri, non possono arrivare in Italia cani e porci"

Migranti in Albania rientrati in Italia: in programma una nuova partenza. Verso il decreto in Cdm

Un decreto legge sarà varato lunedì in Consiglio dei ministri e diventerà operativo già dal giorno successivo. Secondo quanto riportato da l'Ansa, questo è lo strumento normativo a cui si sta lavorando per attuare la "soluzione" menzionata ieri dalla premier Giorgia Meloni, a seguito della decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento dei migranti nel centro di permanenza per il rimpatrio di Gjader, in Albania.  Il decreto, tra le varie misure, dovrebbe trasformare in legge primaria l’indicazione dei Paesi sicuri, che finora era regolata da un decreto ministeriale congiunto tra Esteri, Interno e Giustizia e aggiornato annualmente.

Nel frattempo la motovedetta della Guardia Costiera con a bordo i dodici migranti del centro italiano di permanenza per il rimpatrio è ripartita dall'Albania ed è arrivata a Bari. I migranti saranno gestiti dalla Prefettura locale. Nel frattempo, i centri di Gjader e l'hotspot di Shengjin sono ora vuoti. Inizialmente, i migranti erano sedici, ma due di loro, riconosciuti come minorenni e fragili, erano stati riportati in Italia su un'altra nave. Questo sistema di gestione si è dimostrato complesso e inefficace, e il futuro rimane incerto. Nonostante le recenti sentenze, secondo quanto riportato da La Repubblica, si parla già di un nuovo arrivo di migranti all'hotspot di Shengjin, previsto per mercoledì o giovedì, a seconda delle condizioni meteorologiche.

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Nordio: "Sentenza abnorme, prenderemo dei provvedimenti legislativi"

"La reazione della politica non è stata contro la magistratura ma contro il merito di questa sentenza che non condividiamo e riteniamo addirittura abnorme. Non può essere la magistratura a definire uno Stato più o meno sicuro, è una decisione di altissima politica. Prenderemo dei provvedimenti legislativi". Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, parlando con i cronisti a margine di un convegno a Palermo sul caso dei trattenimenti dei migranti in Albania. "Se la magistratura esonda dai propri poteri attribuendosi delle prerogative che non può avere come quella di definire uno Stato sicuro deve intervenire la politica che esprime la volontà popolare. Noi rispondiamo al popolo, se il popolo non è d'accordo con quello che facciano noi andiamo a casa. La magistratura, che è autonoma e indipendente, non risponde a nessuno e quindi proprio per questo non può assumersi prerogative che sono squisitamente ed essenzialmente politiche". Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo ai cronisti a margine di un convegno a Palermo.

Salvini: "Chi impedisce di difendere i confini mette in pericolo il Paese"

Matteo Salvini ha convocato con massima urgenza un Consiglio federale della Lega dopo "l'attacco all'Italia e agli italiani sferrato da una parte di magistratura politicizzata". Il riferimento è al provvedimento sul caso Albania e al processo Open Arms". Così una nota della Lega. "Nei prossimi giorni - prosegue la nota - la Lega presenterà nei comuni italiani mozioni per ribadire la necessità di difendere i confini, mentre sabato 14 dicembre e domenica 15 dicembre ci saranno gazebo in tutte le città italiane in vista della sentenza Open Arms in agenda a Palermo il giorno 20 dicembre. Per Salvini, "chi impedisce di difendere i confini mette in pericolo il Paese".

"Che ci sia accordo con i francesi mi sembra saggio, anche sul tema infrastrutture: penso al Frejus, al Monte Bianco, alla Tav e ad altre grandi opere importanti per la Liguria, il Piemonte e per l’Italia intera. Spero che il nuovo governo francese sia più disponibile rispetto a quello che c’era prima». Rispondendo ai giornalisti il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini è intervenuto anche sull’incontro bilaterale di ieri, al confine franco italiano di Mentone, tra il premier francese Michel Barnier e i ministri dell’Interno dei due Paesi, per parlare anche di immigrazione. "I confini sono sacri. Chiunque, domani, voglia andare in Nigeria, Arabia Saudita, Australia, Canada, Svizzera o in qualunque altro Paese al mondo, deve avere i documenti in regola. Non si capisce perché, secondo qualche giudice, possono arrivare in Italia cani e porci."