Esteri
Migranti, Tunisia nel caos e l'Ue non trova la quadra: bloccati gli aiuti
La commissaria europea per gli Affari interni Yiva Johansson è volata in Tunisia per risolvere la questione migranti ma qualcosa è andato storto
Secondo i dati delle Nazioni Unite, 12.000 persone hanno raggiunto l'Italia finora quest'anno salpando dalla Tunisia, rispetto alle 1.300 nello stesso periodo del 2022. Anche le vittime dei naufragi sono aumentate drasticamente, con decine di morti in mare nelle ultime settimane. E di fronte a tutto questo l’Europa è sorda, ed anzi la Francia ha pensato bene in queste ore di rafforzare i presidi di polizia alla frontiera con il nostro paese, dimostrando come al solito, il solito egoismo che da sempre caratterizza la Francia non solo sul tema migranti.
L’Italia ha cercato di muoversi seguendo il progetto di mettere in campo una riedizione del piano Mattei, tanto caro alla nostra premier, che prevede proprio di aiutare paesi africani in difficoltà per prevenire i flussi migratori incontrollati. Il suo viaggio in Etiopia, altro paese da tempo in grave crisi economica, due settimane fa ne è la riprova. All’ultimo Consiglio europeo le sue parole sono state nette "Se la Tunisia crolla del tutto, si rischia una catastrofe umanitaria con 900 mila rifugiati".
Ma al di là di qualche parola di circostanza da parte del presidente francese Macron e dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in concreto, come si è visto in queste ore, passi avanti non ne sono stati fatti. Ed è proprio questa totale mancanza di una strategia comune europea in politica estera, che sta relegando il continente europeo ai margini del contesto geopolitico internazionale, permettendo a paesi come la Turchia di Erdogan, la Russia di Putin e la Cina di Xi Jinping, di allargare la propria influenza in tutta la fascia assai strategica del Maghreb e dell'Africa subsahariana, in cui invece, sia per motivi storici che geografici, l’Europa dovrebbe giocare un ruolo centrale.