Esteri
Minneapolis, cauzione da 100mila dollari: libera l'agente Kimberly Potter
La donna rischia 10 anni di prigione. Dimissioni del capo della polizia. La famiglia: “Non crediamo all'errore di un agente in servizio da 26 anni”
Kimberly Potter l'agente della polizia di Minneapolis che domenica scorsa durante un controllo stradale ha ucciso il 20enne afroamericano Daunte Wright, è stata rilasciata dopo il pagamento di una cauzione da 100mila dollari. Per la donna l'accusa formulata è omicidio colposo di secondo grado. Nel pomeriggio dovrebbe svolgersi la prima udienza in tribunale. Se dovesse essere riconosciuta colpevole del reato di cui è accusata rischierebbe 10 anni di prigione e 20 mila dollari di multa. Gli agenti nella circostanza stavano arrestando il giovane a causa di un mandato d'arresto in sospeso per possesso di armi.
Da domenica si susseguono a Minneapolis manifestazioni di protesta per l'ennesimo brutale omicidio avvenuto per mano della polizia nei confronti di un afroamericano. Dunque, a nulla finora sono valsi gli appelli della politica nazionale e nemmeno le vibranti proteste del movimento Black Lives Matter.
E sembra, a questo punto, che il Presidente Joe Biden farà molta fatica a gestire la riforma della polizia, che fino a ieri doveva essere prioritaria ma che oggi pare essere la vera spina nel fianco dei suoi primi mesi alla guida della nazione.
L'accusa contro Kimberly Potter è stata presentata nel pomeriggio di mercoledì, tre giorni dopo i fatti e mentre sempre a Minneapolis sta andando avanti il processo per omicidio contro l'ex ufficiale accusato dell'omicidio di George Floyd.
L'assistente capo della divisione criminale della contea di Washington e direttore della principale unità criminale Imran Ali parlando con i giornalisti dei media Usa ha fatto sapere che “alcune azioni comportano un'immensa responsabilità tanto più se a porle in atto è un ufficiale di polizia. L'agente Potter ha causato la morte del signor Wright e per questo deve esserne ritenuta responsabile. Faremo tutto ciò che è possibile per stare dietro a questo caso”. Una dichiarazione più in linea con un atto dovuto per l'evidenza dei fatti, ma non una ferma condanna degli avvenimenti.
Nel Frattempo, Kimberly Potter, 48 anni e da 26 nella polizia ha presentato le dimissioni. Così come Tim Gannon, capo della polizia di Brooklyn Center (la località dove è avvenuto il misfatto).
Furono proprio dell'ormai ex capo della polizia le prime dichiarazioni in merito all'omicidio. Nella giornata di lunedì, infatti, ben 24 ore dopo l'accaduto e in piena emergenza per gli scontri fra manifestanti e agenti, aveva detto che la Potter aveva sparato accidentalmente a Wright, estraendo la pistola d'ordinanza al posto del Taser. Una ricostruzione che ai più è sembrata subito fantasiosa considerando sia il peso di una pistola vera, sia il materiale di cui è fatta. Il Taser, infatti, ha un corpo di plastica, è giallo, ha un'impugnatura nera e si trova sempre nel lato sinistro della cintura del poliziotto. Quindi andrebbe estratto con la mano sinistra. Mentre la pistola ha un peso molto maggiore e si trova nella fondina del lato destro della cintura.
Intanto, i manifestanti denunciano la mano pesante della polizia di Minneapolis durante gli arresti anche per quanto riguarda i piccoli reati e soprattutto nei confronti della comunità afrodiscendente e non ammettono scuse per ciò che è accaduto, indipendentemente dal mandato che gravava sulle spalle del ventenne.
La madre del ragazzo, Aubrey Wright, non crede all'errore. “Mio figlio. Non tornerà mai più. Non posso accettarlo. Un errore? Non ci credo e non suona nemmeno bene. Questo ufficiale è in servizio da 26 anni, come è possibile si tratti di un errore?” ha detto la donna durante un'intervista
Il sindaco del Brooklyn Center, Mike Elliott, che è responsabile della polizia come ogni sindaco americano, ha detto avrebbe licenziato l'agente Potter se non si fosse dimessa e adesso tutti dovono lavorare per “assicurarci che la giustizia sia fatta. Daunte Wright se lo merita. La sua famiglia se lo merita”.