Esteri
Nigeria, proteste contro la polizia: almeno 56 morti
In Nigeria continuano le proteste contro la SARS e per chiedere un rinnovamento delle forza di sicurezza nel paese. Repressione della polizia sui manifestanti
In Nigeria gli scontri, iniziati l'8 ottobre, continuano. Ad oggi si contano almeno 56 morti, 38 delle quali durante la repressione militare di martedì a Lagos (sud-est). Lo ha reso noto Amnesty International. "La cifra rimane a 56", ha confermato Isa Sunasi, responsabile media di Amnesty Nigeria, che ha esortato le forze di sicurezza ad "agire con moderazione e cautela" e a rispettare "il diritto alla libertà di assemblea e di movimento" dei nigeriani.
Le proteste sono scoppiate da parte dei cittadini nigeriani per ribellarsi alla Sars, la Special Anti-Robbery Squad, istituita nel 1992 come reparto speciale del Dipartimento di Intelligence e Investigazione Criminale della Nigeria. I poliziotti che fanno parte della Sars agiscono a viso scoperto e dovrebbero agire contro i crimini violenti. In realtà un rapporto dettagliato di Amnesty International sottolinea come questo reparto speciale "sia responsabile di diffuse torture e altri cruenti, inumani e degradanti trattamenti o punizioni di chi è detenuto sotto la loro custiodia".
Le proteste hanno coinvolto numerose città come Abuja, Lagos, Kano o Benin City.
Dall'inizio della discesa in strada, al grido di "End Sars", molte sono le repressioni attuate dalla polizia nigeriana. Il presidente Buhari ha dichiarato di voler sciogliere l’unità l’11 ottobre, accogliendo la richiesta dei manifestanti che continuano comunque a chiedere un profondo rinnovamento delle forze di sicurezza nel paese.
Le proteste hanno avuto risonanza in tutto il mondo e attraverso i social con l'hashtag #EndSarsNow, è stata espressa solidarietà ai cittadini nigeriani.