Esteri
Non solo guerra, mercenari buoni anche per lo spionaggio tra multinazionali
L’attività dei mercenari è utilizzata anche nel mondo della finanza occidentale
I mercenari permisero di fare più missioni con minor impatto in termini di vite e visibilità per il governo americano, che poteva fare maggior uso di droni e aviazione risparmiando le vite dei soldati regolari. In vero i mercenari risultano essere relativamente meno costosi rispetto alle unità di soldati regolari e, in alcuni casi, il loro livello di efficienza risulta maggiore: i mercenari lavorano a obbiettivo e sono economicamente motivati a raggiungere quell’obbiettivo.
Il Congressional Budget Office, un’agenzia federale americana, fornì un budget al congresso che doveva legiferare nuove spese per missioni estere. Emerse che un battaglione di regolari, a costi di guerra, veniva 110$ milioni all’anno contro i 99 $ milioni di un corpo scelto di mercenari. In periodi di pace la differenza di costi era ancora più rilevante: a fronte di 60$ milioni del battaglione di regolari i mercenari risultavano costare 0 dato che non era necessario dispiegarli e il loro mantenimento in periodo di pace non era a carico dello stato. Nel biennio 1995-97 la Executive Outcomes era pagata 1,2$ milioni al mese per mettere un freno alla guerra in Sierra Leone (obbiettivo conseguito). In parallelo le forze delle nazioni Unite costavano 47$ milioni al mese senza portare significativi risultati.
È importante ricordare che la nazionalità non è un elemento vitale per i corpi mercenari e non inficia la loro attività. Stante i dati del DOD, per esempio, circa 50000 mercenari lavorarono nel 2018 per il U.S. Central Command. Di questi solo 20.000 erano di nazionalità americana; la maggioranza erano contractor civili. Solo 2002 erano mercenari di cui 746 americani e 1256 non americani.
E quindi?
Il fenomeno della privatizzazione della guerra, con la crescente tensione alla multilateralità è in crescita. Le grandi nazioni come Cina, Russia e Usa non vorranno affrontarsi direttamente ma tramite guerre proxy (come l’Ucraina); sarà necessario un amplio uso di mercenari sul campo supportati da milizie regolari meno efficaci e copertura aerea delle parti in campo (diretta o a noleggio). Egualmente anche per multinazionali estrattive, agricole e dei trasporti avere eserciti privati “plug and play” risulterà più efficiente e meno “politicamente scorretto”, rispetto a richiedere o noleggiare effettivi degli eserciti regolari appartenenti alle nazioni dove operano.
Ci sono almeno 4 ragioni valide perché questo business andrà a crescere.
Prima di tutto i mercenari non hanno fedeltà a nessuna nazione ma solo ai soldi e all’onore del servizio. Quindi risultano efficaci anche se dispiegati su nazioni di cui sono originari.
Secondo le guerre private abbassano l’intensità dei conflitti tra stati, permettendo a questo ultimi di confrontarsi ma senza richiedere forze nazionali e coinvolgere media ed elettori.
Terzo maggiore sarà la domanda maggiore sarà l’offerta abbassando, come accadde per gli Usa con Afghanista e Iraq, i costi di gestione.
Quarto gli aspetti contrattuali semplificano la vita a tutti. Quando il mercenario non serve più lo si licenzia, nessuno strascico mediatico, nessun reduce di guerra di cui curarsi, tutto resta pulito ed efficiente e democraticamente accettabili (fattore vitale per l’Occidente).
Esiste tuttavia il rischio che, affidandosi sempre più ai mercenari umani, gli eserciti tendano a divenire più ristretti e con ranghi sempre più abituati alla pace. Un problema solo temporaneo: nei prossimi anni, i sintetici offriranno una soluzione percorribile, ma questa è un'altra storia…
@enricoverga