Esteri

Libano, perchè nessuno parla dei bambini palestinesi maltrattati e schiavizzati?

di Ezio Pozzati

La bugia della guerra di Hezbollah a difesa dei palestinesi che in Libano sono trattati come cani

Palestinesi maltrattati in Libano

Molte popolazioni sono bistrattate da nazioni che dicono di averle a cuore e poi, se si va a scavare più approfonditamente, si scopre che non è così. Sono stato molto colpito dall'articolo di Iuri Maria Prado (avvocato ed editorialista). In Italia, come in altri Paesi del mondo, assistiamo a proteste nei confronti di Nazioni che attualmente, per ragioni proprie, e che non stiamo a legittimare, sono in aperto conflitto con il popolo Palestinese (e non si contano neanche quante siano le popolazioni o le etnie maltrattate). Le proteste in favore dei Palestinesi vanno verso un unico indirizzo, cioè quello di Israele, che ha utilizzato la propria forza militare dopo essere stata duramente colpita con il rapimento di civili presenti a un concerto e per il loro eccidio (ancora non si sa quanti sono vivi), il tutto a opera di fazioni terroristiche che hanno acceso la miccia dando fuoco alle polveri in una terra già martoriata.

Le proteste nei confronti di chi usa la forza si possono quasi sempre definire legittime, ma quando questi popoli sono oppressi e maltrattati anche da chi dice di essere dalla loro parte allora ci dovrebbe essere equità anche riguardo a chi si spaccia per “amico”. A cosa o a chi mi riferisco? A questo articolo: La bugia della guerra di Hezbollah a difesa dei palestinesi che in Libano sono trattati come cani (msn.com) che vi invito a leggere integralmente e del quale riporto alcuni passi. “a nord della Galilea incenerita – così si spaccia – a retribuzione dei soprusi che i loro fratelli subiscono nella Striscia e in Giudea e Samaria, la cosiddetta Cisgiordania. Centinaia di migliaia di palestinesi in Libano non hanno titolo al godimento dei diritti elementari e sono discriminati nell’accesso al lavoro, all’istruzione, alle cure mediche, all’acquisto della proprietà, alla tutela giudiziaria, all’ottenimento della residenza”.

E ancora: “la violenza di genere e l’abuso dell’infanzia costituiscono una regola che non fa scandalo presso i difensori delle libertà palestinesi, quelle di cui si parla a patto che sia Israele a sacrificarle”. Ultime considerazioni: “Le organizzazioni umanitarie, adorate per le loro requisitorie contro le ingiustizie inflitte da Israele all’infanzia palestinese, non ricevono nessuna attenzione quando elencano i numeri dei piccoli palestinesi trasformati in bambini-soldato dai terroristi che hanno fatto del Libano l’avamposto della democrazia delle impiccagioni. Poco importa quando i carrozzoni della cooperazione internazionale – idolatrati se raccontano l’infanzia palestinese derelitta nei Territori Occupati – denunciano le pratiche sostanzialmente schiaviste cui i bambini palestinesi sono soggetti in Libano, usati sistematicamente per lavori inadatti e non raramente come spacciatori e corrieri nel ricchissimo mercato degli stupefacenti”.

(Ma non è vietato dal Corano?). Scioccante, che altro dire? Non si possono usare due pesi e due misure se chi è maltrattato è “utilizzato” come animale da soma e va bene per tutte le attività degli “pseudo amici”, parliamo dei bambini che dovrebbero essere i più tutelati in assoluto. Dichiaro che non conoscevo questo aspetto e me ne rammarico, ma vorrei fare un appello a tutti gli intellettuali, ai politici ed alle persone che parteggiano per i Palestinesi di non essere solo contro una parte, ma contro tutti quelli che in un modo o nell'altro sfruttano a loro vantaggio popoli e persone che farebbero a meno di essere maltrattate. Chiudo con un vecchio proverbio: “cambiano i suonatori ma la musica è sempre la stessa”.