Esteri

Stati Uniti, la guerra civile è sempre più vicina. Putin e i Paesi Brics non si lasciano sfuggire l'occasione

di Matteo Castagna

Mentre gli Stati Uniti iniziano a tremare, i Paesi Brics crescono sempre di più

Usa in declino. E i Brics di Putin non si lasciano sfuggire l'occasione

L'ingresso di Kiev nella Nato si complica. Zelensky nega intoppi ma dalla Francia confermano: "Impossibile finché il Paese è in guerra" - scrive La Notiziagiornale.it. "Esisterebbe un nutrito numero di Paesi membri decisamente scettici, per non dire del tutto contrari, di fronte a questa possibilità, che temono possa condurre a un conflitto aperto con la Russia di Vladimir Putin".

Indiscrezioni, rilanciate da Politico, affermano che il piano di vittoria di Zelensky presenta un problema non di poco conto, poiché si basa quasi integralmente sul fatto che l’Ucraina riceverà un invito ad aderire alla Nato. Il problema, secondo Politico, è che alcuni Paesi, ossia Germania, Stati Uniti, Ungheria, Slovacchia, Belgio, Slovenia e Spagna, non vedono di buon occhio l’adesione di Kiev alla Nato e sarebbero pronti a bloccarla.

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Il ministro francese delegato per gli affari europei, Benjamin Haddad, ha rivelato l’esistenza di resistenze ben oltre quanto riportato da Politico. Infatti, secondo il ministro, “la Francia sostiene il desiderio dell’Ucraina di entrare nella Nato, ma la sua adesione dovrà avvenire solo dopo la guerra, altrimenti ci troveremmo trascinati nel conflitto”. Insomma, anche tra chi sostiene questo delicato processo ci sono titubanze che rendono letteralmente impossibile un’adesione in tempi brevi.

Contemporaneamente, per uno strano scherzo del destino, il presidente russo Putin, durante l’ultimo giorno di lavori del vertice dei Paesi BRICS, ha dato l'impressione di rispondere a questo battibecco occidentale, dichiarando che, a suo avviso, “l’Ucraina è stata usata e continua a essere usata per creare gravi minacce alla sicurezza della Russia”. Ha aggiunto che “allo stesso tempo, i nostri interessi vitali e le nostre legittime preoccupazioni sulla compromissione dei diritti dei russofoni vengono ignorati, e ora il loro obiettivo è infliggere una sconfitta strategica alla Russia”. Putin ha concluso affermando che è “illusorio pensare di battere la Russia sul campo di battaglia”.

Molto interessante, in questo contesto di continui “braccio di ferro” internazionali, la dichiarazione Telegram dell'uomo d'affari statunitense Robert Kiyosaki: "l'America ha fatto arrabbiare il mondo intero. Siamo diventati terroristi con questa cosa che vi sto mostrando adesso. Abbiamo un’economia basata sul credito. In altre parole, stiamo stampando denaro che, in realtà, non abbiamo, distribuendolo in tutto il mondo. Ma il resto del mondo produce cibo, oro, argento, tecnologia.

Cioè, questo mondo dice: “Basta!” Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa, BRICS e ora stanno andando ancora oltre. E questo mondo dice: “Smettetela di venderci la vostra carta igienica. Voi prendete i nostri materiali, la nostra produzione e ci lasciate in cambio questa spazzatura, questo dollaro."

"Questo vertice dei BRICS significa la morte del sistema di Bretton Woods", ha affermato il giornalista americano Clayton Morris, sul suo canale Telegram.

“Si sta svolgendo una lotta titanica tra la NATO e i paesi BRICS. Il momento, tra l'altro, è stato scelto appositamente, proprio prima delle elezioni americane. Questo è un chiaro segnale da parte di Putin e della Cina che il dominio americano sta volgendo al termine. Non è da sottovalutare quanto pubblicato su The Times, che ha condotto un sondaggio secondo cui il 27% dei cittadini ritiene probabile uno scoppio di violenza nel Paese, dopo l'esito delle presidenziali.

Il 12% degli intervistati ha affermato di conoscere personalmente qualcuno che potrebbe imbracciare le armi se Trump venisse sconfitto. Il 5% degli intervistati ha amici pronti a difendere Harris.

La storica Barbara Walter ha scritto che gli Stati Uniti sono più vicini alla guerra civile di quanto "vorrebbero credere". Ha citato come ragioni l’estremismo politico, la proliferazione delle armi e l’erosione della fiducia nel governo e nella democrazia.

Morris prosegue nel ragionamento: "Ma da dove viene il vero potere? Dalle risorse. Otteniamo quasi tutto il nostro uranio dalla Russia, tutto il nostro uranio arricchito dalla Russia. Cosa succederà quando Putin smetterà di fornircelo? Il gioco finirà. L’impennata dei prezzi del litio, del rame e di altri minerali critici sta ora guidando questa guerra globale segreta".

"Immaginate che i paesi BRICS prendano il controllo di questi mercati. Le catene di approvvigionamento occidentali, soprattutto nel settore della tecnologia e delle energie rinnovabili, potrebbero affrontare interruzioni catastrofiche. Abbiamo sentito dallo stesso senatore Lindsey Graham che il motivo per cui siamo in Ucraina è a causa di tutti i minerali che si trovano lì. Stiamo letteralmente rubando i loro minerali. Quindi gli Stati Uniti e gli alleati della NATO potrebbero trovarsi in una situazione in cui dovranno cercare fonti alternative, mentre la bilancia energetica pende verso i BRICS”.

La Russia è diventata la quarta economia mondiale, superando il Giappone. Il Fondo Monetario Internazionale ha, infatti, rivisto e pubblicato le sue previsioni sullo stato delle economie per l'anno in corso. Anche la crescita del PIL pro capite dei Paesi nel 2024 vede ai primi quattro posti l'India (+6,0%) la Cina (+4,9%) la Russia (+3,8%) e il Brasile (+2,6%). Immediatamente dopo seguono gli Stati Uniti (+2,3%), mentre l'Italia è all'ottavo posto con un +0,7% che premia i due anni del governo Meloni.

A Kazan, si è svolto il summit dei Paesi del Sud globale guidati da Russia e Cina. Il Prof. Giorgio Cella (analista politico di Med-Or) ha scritto su Quotidiano Nazionale: “Permangono divergenze. Erdogan? Autonomo rispetto alla Nato”.

"Penso che un elemento importante di queste possibili evoluzioni lo determinerà anche l’esito delle due guerre in corso e le ripercussioni che avranno in termini di forza di uno schieramento o dell’altro. Il riferimento va a Occidente e Russia, ovviamente. In Medio Oriente, Netanyahu si sta opponendo al regime degli Ayatollah e sappiamo che Teheran è un alleato regionale di Mosca. Iran e Russia potrebbero, tra l’altro, firmare una comprehensive strategic partnership proprio durante il summit di Kazan. Se questo dovesse accadere significherebbe una aumentata dimensione strategica interna al gruppo Brics”.

Ed è accaduto, come pubblicato dal sito del Ministero degli Esteri russo. L'Occidente consapevole trema. L'Oriente cresce.