Esteri
Taiwan 2020, Soong 3° incomodo. People First Party: "Troppo potere ai due big"
Sabato 11 gennaio le elezioni presidenziali e legislative. Oltre ai due big, Affaritaliani ha visitato anche il quartier generale del terzo candidato
TAIPEI - Voto utile, voto inutile, voto dilettevole. Il vecchio dibattito che ciclicamente ha occupato l'attenzione degli elettori italiani esiste, eccome, anche a Taiwan, dove sabato 11 gennaio si va alle urne per le elezioni presidenziali e legislative. La scena è storicamente dominata dal Democratic Progressive Party e dal Kuomintang, i due principali contendenti per la presidenza e per la maggioranza allo Yuan legislativo. Ma c'è anche un terzo candidato: si tratta del veterano James Soong, leader da vent'anni del People First Party (Qīnmín Dǎng), da lui fondato dopo la fuoriuscita dal KMT.
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Affaritaliani ha visitato il quartier generale del partito, che si propone come una terza via tra i due attori principali. E' la quinta volta che Soong si candida alle presidenziali. Una resilienza dovuta, secondo Y.J. Huang, "alla volontà di fare la cosa giusta. Taiwan ha bisogno di lui. Da venti anni si assiste a una continua battaglia tra due fazioni opposte che continuano a lanciarsi accuse reciproche. Noi siamo una terza scelta che consente agli elettori di votare per qualcuno che pensa ai temi concreti e al loro bene", dice Huang. Soong non ha chance di vincere le presidenziali, ma il People First Party dovrebbe essere uno dei pochissimi partiti a riuscire a entrare nello Yuan legislativo, dove "porteremmo concretezza, esperienza e programmi".
Su alcuni temi, in primis la Cina, il People First Party è più vicino al Kuomintang, su altri è più vicino al DPP. Per questo, spiega il numero due della lista dei candidati Lee Hong-cuan, "prenderemo in considerazione di volta in volta sui singoli temi con chi collaborare". Il problema non sarà solo quello di superare lo sbarramento, che in Taiwan è particolarmente alto (5 per cento), ma anche quello di raggiungere il numero minimi di eletti (vale a dire 3) per formare un caucus, senza il quale si rischia di finire marginalizzati. "E questo non ci sembra un sistema davvero rappresentativo. Infatti tra le nostre proposte c'è quella di abbassare la soglia dal 5 al 3 per cento. Purtroppo ai partiti maggioritari fa comodo il sistema così com'è perché così nessuno li può mettere in discussione e possono fare leva sul voto utile", dice Lee.
Secondo il People First Party, l'eccessivo accentramento di potere (alle scorse elezioni generali il DPP aveva totalizzato circa il 60 per cento dei voti con 68 seggi su 113) può rappresentare "un pericolo per la nostra giovane democrazia. Taiwan ha bisogno di poteri di controbilanciamento e di controllo. In queste elezioni legislative ci sono 19 partiti ma solo 3 o 4 riusciranno a entrare nello Yuan. La maggioranza dovrebbe essere sempre soggetta al monitoraggio delle opposizioni e della gente", afferma Lee.
Il People First Party ribadisce la contrarietà (che accomuna praticamente tutti i partiti) al modello "un paese, due sistemi" che viene applicato a Hong Kong e che la Cina vorrebbe offrire anche a Taiwan. "Ma rispettiamo il consenso del 1992 e la costituzione della Repubblica di Cina, che fino a prova contraria vale ancora. E' su quel consenso che vanno costruite delle relazioni pacifiche e amichevoli con Pechino, mantenendo lo status quo", spiega Huang.
"Democracy first, people first"
Secondo Lee, il People First Party può aiutare Taipei ad avere un ruolo "strategico per la regione" dell'Asia orientale e dell'Indo Pacifico. "Siamo gli unici a poter garantire equidistanza tra Cina e Stati Uniti, mantenendo rapporti e dialoghi costruttivi con entrambi. DPP e KMT sono troppo protesi verso l'una o l'altra parte. E poi Soong è riconosciuto a livello internazionale, come dimostra la sua partecipazione all'Apec", dice Lee.
"Ma si parla troppo di Cina. Il dibattito su vicinanza o lontananza da Pechino ha sabotato tutto il resto negli ultimi venti anni", dichiara Lee, che spiega come il People First Party punti su temi come la riforma delle pensioni, gli incentivi alle famiglie e alla natalità, la riforma del finanziamento ai partiti. Proponendosi come interlocutore delle imprese, facendo valere anche l'endorsement di Terry Gou, il multimiliardario patron di Foxconn che ha lasciato il KMT dopo aver perso le primarie contro Han Kuo-yu. La scommessa di Soong è che Taiwan vada nella direzione di un sistema multipartitico che riesca a superare la polarizzazione DPP-KMT.