Esteri

TikTok, Bytedance pensa alla vendita senza algoritmo: altrimenti sarà blocco

di Lorenzo Lamperti

L'azienda darà battaglia legale, ma qualora la legge Usa reggesse a Pechino preferiscono il divieto alla cessione con i dati. E lo stop può diventare un'arma

TikTok, battaglia legale dopo la legge firmata da Biden (che resta sull'app)

Joe Biden ha firmato. E ora i 170 milioni di utenti americani di TikTok iniziano davvero a temere per la sorte della popolarissima app di video brevi negli Stati Uniti. La norma approvata dal Congresso insieme al pacchetto da 95 miliardi di aiuti esteri totali per Ucraina (in larga parte), Israele e Taiwan, impone alla casa madre cinese Bytedance la cessione di TikTok entro nove mesi. Anche se al presidente americano, che sia Biden o Donald Trump dopo le elezioni di novembre, viene concessa la facoltà di prolungare il periodo di grazia di ulteriori 90 giorni.

Che cosa pensano di fare TikTok e la stessa Bytedance? Consci del fatto che dal passaggio della legge alla sua effettiva applicazione passerà diverso tempo, la strategia è sfaccettata a prevede innanzitutto una battaglia legale da parte di TikTok. L'amministratore delegato Shou Chew ha dichiarato che l'azienda andrà in tribunale per cercare di rimanere online negli Stati Uniti, il cui intervento scaturisce dai timori per la sicurezza dei dati e i legami tra TikTok e la casa madre cinese.

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In un video pubblicato sull'applicazione, Chew ha dichiarato: "State tranquilli, non andremo da nessuna parte. Siamo fiduciosi e continueremo a lottare per i vostri diritti nei tribunali. I fatti e la Costituzione sono dalla nostra parte e ci aspettiamo di prevalere". Già in passato, nel 2020, un giudice federale ha bloccato il tentativo dell'allora presidente Trump di vietare TikTok negli Stati Uniti. A novembre, un altro giudice federale ha bloccato una legge del Montana che minacciava di vietare TikTok in tutto il Paese. Il giudice ha dato ragione a cinque creatori di contenuti che avevano fatto causa. Ha dichiarato che la legge "oltrepassa il potere dello Stato e viola i diritti costituzionali degli utenti".

Proprio su questo punto gioca TikTok: i diritti costituzionali. Ma allo stesso tempo, sottolinea il danno personale che il blocco dell'app arrecherebbe a migliaia di persone che su TikTok lavorano e guadagnano. "Questa legislazione ha un risultato predeterminato: il divieto totale di TikTok negli Stati Uniti. Il governo sta tentando di privare 170 milioni di americani del loro diritto costituzionale alla libera espressione. Ciò danneggerà milioni di aziende, negherà un pubblico agli artisti e distruggerà i mezzi di sussistenza di innumerevoli creatori in tutto il Paese", aveva detto TikTok dopo il primo passaggio della legge alla Camera dei Rappresentanti.

Bytedance valuta la cessione, ma solo senza l'algoritmo

Allo stesso tempo, Bytedance cerca invece di non farsi trovare impreparata a qualsiasi evenienza, nel caso la legge resistesse alla prova del tempo e dei tribunali. Secondo The Information, il colosso cinese starebbe esplorando la possibilità di vendere TikTok ma senza i suoi algoritmi, uno snodo cruciale e ritenuto fondamentale anche dal governo di Pechino. Il tentativo è capire se un'operazione del genere sarebbe possibile, per evitare di dover trasferire algoritmi e dati a un'azienda statunitense.

Se ciò non fosse possibile, secondo diverse voci Bytedance preferirebbe non vendere, pur andando incontro alla chiusura della sua app negli Usa. Gli algoritmi su cui TikTok si basa per le sue operazioni sono infatti considerati fondamentali per le operazioni complessive di Bytedance, le cui attività vanno ben oltre TikTok e comprendono anche l'app gemella disponibile in Cina, vale a dire Douyin. Questo fa dunque pensare che, nel caso non si riuscissero a preservare le operazioni complessive, Bytedance non intenderebbe darla vinta alla richiesta di vendita.

Certo, per TikTok sarebbe un problema, visto che nel 2023 gli Stati Uniti hanno rappresentato circa il 25% delle entrate complessive di TikTok, che secondo Reuters dovrebbero attestarsi a quasi 120 miliardi di dollari. Un netto balzo in avanti rispetto agli 80 miliardi del 2022. Ma resterebbe comunque una grande fetta di mondo esclusa dal ban statunitense, anche se certo quanto accade negli Usa potrebbe avere ripercussioni in altri paesi occidentali.

La posizione del governo cinese

Da capire anche la posizione del governo cinese, che nel 2020 ha introdotto una legge sul controllo delle esportazioni che rende le esportazioni di algoritmi, codici sorgente e dati simili soggette a un processo di approvazione. Un sì che, senza lo scorporo degli algoritmi, molto difficilmente potrebbe arrivare. Non è inoltre da escludere che Pechino possa operare anche un calcolo politico.

Vero che il divieto di TikTok farebbe perdere un asset fondamentale a un'importante azienda tecnologica cinese, ma allo stesso tempo il divieto darebbe la possibilità alla Cina di rafforzare la sua retorica su quello che definisce da tempo "bullismo commerciale" degli Usa, contando anche su potenziali proteste degli utenti e creatori di contenuti americani che potrebbero perdere una fonte di intrattenimento e guadagno.

Nel frattempo, non manca chi sottolinea come la campagna elettorale di Biden continui ad avere un account su TikTok nonostante il presidente abbia firmato la legge che rischia di bloccare l'app.