Esteri
Trump. Le 'purghe 'del Presidente, ‘rude ed inutile’ strategia per la poltrona
Obiettivo è togliere testimoni della legalità delle elezioni. Nel mirino anche i capi di FBI e CIA
Il licenziamento del numero uno dell’Agenzia americana di Cybersecurity, Christopher Krebs, potrebbe far parte, secondo alcuni osservatori, di una strategia rude ma pensata di Trump di non riconoscere la vittoria a Biden, almeno fino al 20 gennaio.
Infatti nonostante il Paese sia in una crisi sanitaria ed economica senza precedenti l’ego ipertrofico del repubblicano si ostina a lanciare messaggi di elezioni truccate dalla Casa Bianca diventata per lui un vero e proprio bunker da difendere ad ogni costo.
Con la ‘cacciata’ via twitter del super ex manager di Microsoft, il Presidente immagina di potere eliminare uno dei più grossi ostacoli alle sue denunce di brogli.
Più volte infatti il capo dell’Agenzia aveva ripetuto che non è stato riscontrato nulla che possa fare pensare a qualcosa di illecito nel corso delle elezioni, anzi ‘potrebbero essere state le elezioni più sicure nella storia degli Stati Uniti’.
La strategia del Presidente sembra essere quella di ‘silenziare’ l’Agenzia. La struttura, infatti, fa parte del Dipartimento di Sicurezza Nazionale incaricato di certificare lo svolgimento corretto delle elezioni.
E infatti anche il numero due di Krebs, Matthew Travis, è stato licenziato la scorsa settimana. E questa volta direttamente dalla Casa Bianca e non da un tweet. lnsieme a lui un altro direttore aggiunto ha fatto la stessa fine.
La CISA fu creata a causa della massiccia ingerenza russa nelle elezioni del 2016. All’inizio era stata vista, da molte autorità dello Stato, come un assalto dello Stato Federale alle competenze proprie ai diversi Stati ma in poco tempo la professionalità del suo capo Krebs e il suo essere apartitico ne ha fatto uno strumento considerato dai più molto affidabile sia per l’elevato standard tecnico sia per l’imparzialità.
La battaglia legale di tycoon sembra al momento inanellare una serie di flop. In Michigan gli stessi repubblicani hanno fatto marcia indietro e hanno riconosciuto la vittoria del dem. I rep hanno anche perso di fronte al Tribunale Supremo in Pennsylvania e in Georgia è già stato confermato che il conteggio manuale dei voti in alcun caso non potrà cambiare il risultato.
Ma anche l’evidenza sembra non interessare al Presidente Trump che, con un piede fuori dalla White House, continua nella sua purga di vendetta.
E nel mirino adesso ci sarebbero, secondo alcune fonti giornalistiche, due altri pezzi da novanta, nientedimeno che il capo del FBI e quello della CIA, rispettivamente Christopher Wray e Gina Haspel.
Nonostante i 180000 contagi di ieri e i 1800 morti nel Paese e l’economia che ancora non sembra aver preso la strada della ripresa per l’ormai ex Presidente la battaglia per la poltrona sembra essere l’obiettivo più importante, costi quello che costi.