Esteri

Bombe a grappolo, errore clamoroso di Biden: così si sgretola il fronte Nato

di Daniele Marchetti

Un chiaro riconoscimento della forza di Mosca ed un’implicita ammissione dell'inconsistenza militare della tanto declamata controffensiva ucraina

Ucraina, l'opzione bombe a grappolo sbriciola il fronte antirusso che Putin aveva cementato 

Ci siamo. La guerra Ucraina è ad un vero punto di svolta. L'idea degli USA di fornire all'esercito di Kiev le cosiddette bombe a grappolo: ordigni concepiti come veri e propri "cavalli di Troia" per disseminare indiscriminatamente morte su vasta scala; messe al bando a livello internazionale dalla Convenzione di Oslo (che ne proibisce l'uso, la produzione, lo stoccaggio ed il commercio) cambia tutto: sia sul versante strettamente strategico/militare, sia sul versante politico/diplomatico ma soprattutto sul versante etico/morale.

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L'apertura di Washington a Kiev sulle "armi inumane" (come vengono definite dalla Conversione di Oslo le bombe a grappolo) apre due fronti: da un lato è un chiaro riconoscimento della forza dell’avversario ovvero del Cremlino, ed un’implicita ma assai eloquente ammissione dell'inconsistenza militare della tanto declamata controffensiva ucraina d'estate. Dall'altro apre -sul fronte USA- una deriva senza ritorno che risponde al semplice ed inquietante quesito: e dopo? Perché neppure le bombe a grappolo saranno sufficienti per vincere. Dunque?

C'è di più. L'uso di ordigni riconosciuti dalla comunità internazionale (ONU) “inumani” potrebbe rappresentare l’innesco, la pistola fumante, il "bomba libera tutti" per l'utilizzo di ogni arsenale tra cui le armi biologiche e le stesse armi nucleari. A scorrettezza, scorrettezza e mezzo! Ma non basta. L'opzione bombe a grappolo rischia di sbriciolare il fronte antirusso che Vladimir Putin aveva, suo malgrado, creato e cementato al fianco dell’Ucraina dopo l'irresponsabile e vile invasione russa.

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