A- A+
Esteri
Ucraina, l'Ue finirà nel mirino dei russi. E Putin si prenderà i Paesi Baltici
Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky

Skibitsky: "La più grande incognita della guerra è l'Europa: se i vicini dell’Ucraina non trovano un modo per aumentare ulteriormente la produzione della difesa per aiutare Kiev, anche loro alla fine si ritroveranno nel mirino della Russia"

Continuano le violente manifestazioni studentesche pro-Palestina negli USA, culminati in scontri con la polizia, in particolare a Los Angeles.  Il multimiliardario a capo di Tesla, SpaceX e altre, Elon Musk, a fronte di quanto sta avvenendo nelle università americane, ha lanciato sul suo social "X" una "sua proposta di legge": "se qualcuno abbattesse la bandiera americana e ne montasse un'altra al suo posto, quella persona dovrebbe ricevere un viaggio di sola andata gratuito (ma obbligatorio) per il Paese di quella stessa bandiera".

 
Gli Houthi sembrano prenderlo in parola. E invitano gli studenti Usa sospesi dalle lezioni, per aver espresso il loro sostegno alla Palestina, a studiare in Yemen. "La Sana'a University è pronta a ricevere gli attivisti", fanno sapere dal Paese. Il Consiglio dell'Università ha condannato le recenti restrizioni alla libertà di parola nei confronti di insegnanti e studenti nelle istituzioni educative americane ed europee, nel quadro delle manifestazioni pro-Palestina.
 
Donald Trump intende limitare la sua campagna elettorale al semplice messaggio di porre fine al conflitto, con l'intento di conquistare gli elettori statunitensi che vorrebbero una risoluzione pacifica del conflitto, ha scritto The Telegraph, citando una fonte vicina al candidato Presidente repubblicano.

 

LEGGI ANCHE: Ucraina, Putin alza il tiro con bombe e morti e l'Ue "litiga" con Macron

 
La Turchia ha sospeso tutte le esportazioni e le importazioni con Israele, ha riferito Bloomberg, citando funzionari turchi. Mentre, secondo l'Agenzia Reuters, la Colombia ha rotto le relazioni diplomatiche col governo Netanyahu e si unirà alla causa legale mossa dal Sudafrica contro Israele.
 
Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha dichiarato che anche la Turchia si unirà alla causa per genocidio presentata dal Sudafrica contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia. "Una volta completato il testo legale del nostro lavoro, presenteremo la dichiarazione di intervento ufficiale davanti alla Corte Internazionale di Giustizia con l'obiettivo di attuare questa decisione politica", ha detto Fidan in una conferenza stampa congiunta. "La Turchia continuerà a sostenere il popolo palestinese in ogni circostanza", ha aggiunto sul media turco Al Mayadeen.
 
"Già a gennaio la CIG aveva ordinato all’occupazione israeliana di astenersi da qualsiasi atto che potesse rientrare nella Convenzione sul genocidio e di garantire che le sue truppe non commettessero atti di genocidio contro i palestinesi dopo che il Sudafrica aveva accusato Israele di aver commesso un genocidio nella Striscia di Gaza".
 
Axios riferisce che il governo israeliano ha avvertito l'amministrazione Biden che, se la Corte Penale Internazionale emetterà mandati di arresto contro i leader israeliani, adotterà misure di ritorsione contro l'Autorità palestinese che potrebbero portare al suo collasso, hanno detto due funzionari israeliani e statunitensi. Una possibile azione potrebbe essere quella di congelare il trasferimento delle entrate fiscali che Israele raccoglie per l'Autorità palestinese. Senza questi fondi, l'Autorità palestinese sarebbe in bancarotta. Al momento, i soggetti interessati non hanno voluto replicare.
 
Il membro del parlamento del Canton Ginevra Guy Mettan ha detto ai media russi che "la conferenza sulla pace in Ucraina, che verrà ospitata dalla Svizzera dal 15 al 16 giugno e si terrà senza la partecipazione della Russia, è un inganno. I Paesi occidentali stanno cercando di dare l'impressione di volere la pace, ma in realtà vogliono la guerra. I discorsi dei leader dell'Ue sulla "guerra in Europa" mostrano le loro vere intenzioni".
 
"L'Europa sta giocando con il fuoco", ha dichiarato il primo ministro ungherese Viktor Orbán alla radio Kossuth. Orbàn ha fatto notare le recenti osservazioni del capo della diplomazia europea Josep Borrell, secondo cui "la diffusione della guerra in Europa non è più una fantasia" e le parole del ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, secondo cui "il conflitto non ha una soluzione diplomatica, ma può essere risolto solo con la forza militare".
 
La direttrice dell'Intelligence nazionale degli Stati Uniti d'America, Avril Haines ha affermato: "la Russia sta facendo progressi incrementali sul campo di battaglia in aree come Donetsk e Kharkov". La stessa fa osservare che gli Stati Uniti non si stanno impegnando a fare previsioni circa un eventuale data entro cui potrà finire il conflitto in corso in Ucraina, non aspettandosi soluzioni in un prossimo futuro. 
 
I soldati delle Forze armate ucraine si lamentano dell’impossibilità di ritirarsi in sicurezza: non ci sono quasi linee difensive nelle retrovie. Le parole dei militari sono citate dall'agenzia Associated Press. Cinque comandanti ad Avdeevka e Chasov Yar hanno dichiarato all'AP che, senza posizioni ben preparate, non possono prendere piede in un terreno sconosciuto e difendersi, senza subire enormi perdite.
 
Dall’inizio del 2024 le forze ucraine hanno perso oltre 111 mila truppe e più di 21mila armamenti e macchine militari. Lo rende noto il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu. Il ministro ha anche sottolineato che le truppe ucraine perdono mille persone ogni giorno, a causa delle richieste degli Stati Uniti e dei loro alleati di trattenere l'offensiva delle forze armate russe ad ogni costo. Mentre, secondo quanto rende noto il servizio stampa del gruppo, oggi Gazprom invia 42,4 milioni di metri cubi di gas al giorno verso l’Ue.
 
Ma il New York Times riferisce che i missili Patriot che le autorità spagnole hanno deciso di destinare alle forze armate ucraine sono arrivati in Polonia. "Verranno presto consegnati", riferisce il NYT, citando un alto funzionario spagnolo. In precedenza, il giornale spagnolo Pais, citando fonti governative, aveva riferito che la Spagna aveva accettato di consegnare i missili Patriot in Ucraina, sotto la pressione della NATO e dell'UE. Il Ministero della Difesa spagnolo Margarita Robles ha confermato la spedizione dei missili Patriot a Kiev. Lo stesso ne dava la consegna alla controparte ucraina "in quattro giorni".
 
La notizia nuova è che l'idea di confiscare completamente i beni russi congelati non sia più in discussione - affermano, in privato, i funzionari del G7. Lo riporta il Financial Times. Secondo il quotidiano, i Paesi occidentali stanno invece esplorando modi alternativi per ottenere finanziamenti dai fondi bloccati. 
 
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha sottolineato che la linea dell'Italia sul conflitto in corso in Ucraina è per il non invio di truppe italiane: "Abbiamo sempre detto che noi non siamo in guerra con la Russia e quindi non manderemo soldati italiani a combattere in Ucraina". 
 
L'affermazione di Tajani, è stata data, in risposta alla domanda di un giornalista sulle recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, che in un'intervista all'Economist, ha affermato che ci siano due condizioni per inviare soldati in Ucraina. Il primo è lo sfondamento del fronte da parte della Russia. La seconda è una richiesta di Kiev..Il Ministro Tajani ha concluso: "Non abbiamo mai cambiato idea. Noi difendiamo la libertà, l'indipendenza, ma stiamo lavorando per costruire la pace". 
 
Sulla stessa lunghezza d'onda, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha reso noto che l'Italia non parteciperà direttamente al conflitto in Ucraina, in conformità con la Costituzione che vieta la guerra di aggressione. «La nostra posizione non cambia: abbiamo sempre detto che l’Ucraina andava aiutata in ogni modo possibile, e lo stiamo facendo, ma abbiamo anche sempre escluso un intervento diretto nel conflitto dei nostri militari», ha sottolineato il ministro. 
 
Crosetto ha evidenziato l'importanza del dialogo e della diplomazia per evitare un'escalation del conflitto, che sarebbe dannosa, soprattutto per l'Ucraina. Ha inoltre criticato le dichiarazioni del presidente francese Macron, che a suo avviso aumentano la tensione senza un chiaro scopo. Il ministro degli Esteri ungherese ha definito “minacciose” le parole di Macron sulla possibilità di inviare truppe occidentali in Ucraina. Peter Szijjártó ha dichiarato al canale televisivo francese LCI: “invece di pensare a nuove forniture di armi, all’invio di personale militare o alle armi nucleari”, dobbiamo “dichiarare un cessate il fuoco e avviare negoziati di pace”.
 
L'Italia trasferirà un sistema di difesa aerea SAMP-T all'Ucraina come parte del prossimo, nono pacchetto di aiuti militari, per quanto ne detenga pochi. Ma questi sono gli accordi con gli USA.
 
Resta il fatto, a prescindere dall'Ucraina, che l'Italia sia uno degli 84 Paesi che dal 2014 opera nella Regione autonoma del Kurdistan iracheno, nel contesto di “Inherent Resolve” con l’operazione “Prima Parthica”, di stanza a Erbil, destinata principalmente all’addestramento delle forze curde, i peshmerga. Il task group Griffon è l’assetto aereo impiegato dall’Italia per fornire supporto logistico alla Coalizione internazionale contro lo Stato islamico.
 
The Economist: "Il generale Vadym Skibitsky afferma di non vedere la possibilità che l’Ucraina vinca la guerra da sola sul campo di battaglia. Anche se riuscisse a respingere le forze russe verso i confini, una prospettiva sempre più distante, non porrebbe fine alla guerra. Queste guerre possono finire solo con negoziati, dice. In questo momento, entrambe le parti stanno lottando per acquisire “la posizione più favorevole” in vista di potenziali colloqui. 
 
Ma negoziati significativi potranno iniziare al più presto solo nella seconda metà del 2025, a suo avviso. A quel punto, la Russia dovrà affrontare gravi “avversità”. La capacità di produzione militare russa si è ampliata, però raggiungerà un plateau entro l’inizio del 2026, secondo lui, a causa della carenza di materiali e ingegneri. Entrambe le parti alla fine potrebbero rimanere a corto di armi. Ma se non cambia nulla sotto altri aspetti, l’Ucraina le finirà per prima.
 
Il generale ucraino dice che la più grande incognita della guerra è l'Europa. Se i vicini dell’Ucraina non trovano un modo per aumentare ulteriormente la produzione della difesa per aiutare l’Ucraina, anche loro alla fine si ritroveranno nel mirino della Russia, sostiene. Minimizza l’articolo 5 della Carta di difesa collettiva della NATO e persino la presenza di truppe della NATO negli stati confinanti con l’Ucraina, che secondo lui potrebbe significare poco, se messa alla prova. “I russi prenderanno i Paesi Baltici entro sette giorni”, sostiene, in modo alquanto inverosimile. “Il tempo di reazione della NATO è di dieci giorni”.
 
Infine, un incendio devastante ha, da poco, colpito una fabbrica di metalli a Berlino, la Diehl Metal Applications, con il quotidiano Bild che ha segnalato il rischio di una nube tossica. Le cause dell'incendio non sono ancora state determinate, ma Adrian Wenzel, portavoce dei vigili del fuoco, ha comunicato ai media che: “l'edificio è ora completamente coinvolto dalle fiamme su quattro piani. Una parte è già collassata”. La Diehl Metal, tra le altre cose, produce componenti per il sistema di difesa anti-aerea Iris-T, utilizzato anche dalle forze armate ucraine.





in evidenza
Oscar del Libro 2024, Perrino: "Ho fondato affaritaliani.it perché non sopportavo più le mani della finanza sui giornali"

La kermesse pugliese che apre la stagione "Borgo in Fiore"

Oscar del Libro 2024, Perrino: "Ho fondato affaritaliani.it perché non sopportavo più le mani della finanza sui giornali"


in vetrina
Canalis e Masolin, la strana coppia sul piccolo schermo

Canalis e Masolin, la strana coppia sul piccolo schermo


motori
FIAT e Pigna lanciano 'The Color Energy': Colore e Sostenibilità

FIAT e Pigna lanciano 'The Color Energy': Colore e Sostenibilità

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.