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Usa, Musk perde la sfida milionaria con Soros. Ma Trump supera il suo primo test elettorale

Corte suprema del Wisconsin, doccia gelata per i Repubblicani. Ma dalla Florida arriva un successo

di Redazione Esteri

Usa, primi test elettorali: promosso Trump e bocciato Musk

Per Donald Trump c'è stato il primo test elettorale dopo il suo arrivo alla Casa Bianca, un indicatore su come gli americani stanno percependo i suoi primi due mesi di amministrazione e a sorpresa, nonostante i tanti annunci e le decisioni forti, i cittadini stanno ancora col tycoon. Almeno quelli della Florida, visto che si votava per sostituire due membri del Congresso. I candidati repubblicani, Randy Fine e Jimmy Patronis, hanno vinto i seggi alla Camera che erano occupati da Mike Waltz, il consigliere alla Sicurezza nazionale di Trump, e Matt Gaetz, nominato ministro della Giustizia ma costretto a rinunciare per una serie di scandali. "Tutti e due i seggi in Florida sono stati vinti dai candidati repubblicani. Come sempre - ha messo in evidenza sul suo social Truth - il sostegno di Trump si rivela ben maggiore delle forze del male democratiche. Congratulazioni America".

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Non è andata bene invece a Elon Musk: nonostante i milioni di dollari spesi per spingere Brad Schimel, l'uomo più ricco del mondo non è riuscito a sbancare. Gli elettori del Wisconsin hanno infatti scelto la giudice Susan Crawford per la Corte suprema dello Stato. Una vittoria che consente ai liberal di mantenere la maggioranza nell'alta corte statale. Per Musk si tratta di una sconfitta pesante che va a sommarsi alle critiche da cui è sommerso da settimane per i tagli del suo Dipartimento per l'Efficienza del governo. Il miliardario ha investito più di 20 milioni nella corsa per la Corte suprema del Wisconsin, trasformando quella che era una gara di provincia nell'elezione giudiziaria più cara della storia americana, con una spesa totale di oltre 100 milioni di dollari, di cui quasi un quarto messi da lui per far vincere Schimel.

Nella sfida sono scesi in campo con donazioni milionarie anche altri magnati, ma a favore della candidata democratica Crawford: George Soros, Mike Bloomberg, il fondatore di LinkedIn Reid Hoffman, il governatore dell'Illinois JB Pritzker. Gli appelli di Musk e i due milioni regalati agli elettori non sono però stati sufficienti a spingere Schimel al trionfo: la sconfitta segna - secondo gli osservatori - un fallimento del miliardario in un voto ritenuto da molti come un referendum sul suo operato.

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