Esteri

Usa, un Trump ‘assetato di vendetta’ pensa alle elezioni del 2024

di Daniele Rosa

La menzogna politica, leva per ritornare al potere

Ormai è chiara la strategia di Donald Trump per il suo futuro politico : rimanere sulla scena americana, raccogliere fondi  e il giorno dopo il 20 gennaio, giorno dell’insediamento di Joe Biden ,annunciare la sua candidatura alle primarie del 2024.

In fondo a quell’epoca l’uomo avrà 78 anni , esattamente l’età del nuovo Presidente. Ma per raggiungere questo obiettivo devono accadere alcune situazioni che in parte il repubblicano ha già usato.

In primis mantenere alta l’idea delle elezioni fraudolente, di essere stato un Presidente che ha vinto a cui hanno rubato la vittoria. Tenere viva questa menzogna nei confronti dei quasi 76 milioni di supporter che lo hanno votato è un imperativo.

A differenza di altri Presidenti perdenti che non sono stati più considerati dal Partito ‘cavalli’ su cui puntare Trump ha preso più voti delle elezioni in cui risultò vincitore. Guardando i risultati di un’inchiesta della scorsa settimana di ‘Morning Consult and Politics’ il 53% dei repubblicani lo appoggerebbe nelle primarie del ’24 mentre solo il 12% sarebbe per Pence. Il senatore Tom Cotton e l’ex Ambasciatrice all’Onu Nikki Haley sarebbero accreditati entrambi di un misero 5%.

Quindi, al momento, la base è ancora per Trump che ha però l’obbligo di mantenere alta la menzogna delle frodi. Ma in fondo l’uomo è già esperto. Quando tentò nel 2012 la corsa contro Barack cavalcò a lungo senza nemmeno finirla anche di fronte all’evidenza la bugia della nascita, fuori dall’America, di Barack Obama. Quante volte il Presidente di colore venne accusato di essere nato in Kenia, così tante volte da costringerlo a presentare un documento di nascita ufficiale alle Hawai in Honolulu il 4 agosto 1961.

Pur di fronte a questa evidenza Trump continuò a far passare questa menzogna fino ad inculcarla in una buona percentuale di americani repubblicani, ancora convinti di essere stati guidati da un presidente africano.

Nessuno certamente è ancora sicuro che Trump voglia davvero ripresentarsi, ma qualche giorno fa lui stesso lo ha ammesso ad un party fra repubblicani ’Sono stati quattro anni favolosi, stiamo cercando di farne altri quattro ma, se non ci riusciremo, lo tenteremo nei prossimi quattro’.

Grover Cleveland fu l’unico Presidente nella storia americana che riguadagnò’ le elezioni dopo averle perse e tutto fa pensare che lo stesso Trump sogni questo percorso.

Anche perchè le battaglie legali sono state perse da tutte le parti, dall’Arizona, al Michigan, al Nevada , al Wisconsin per finire con il Minnesota. Molti osservatori politici  però concordano sul fatto che, fra un paio di anni, molti repubblicani lo ricorderanno come il Presidente vincitore a cui fu tolta la vittoria da elezioni truccate dai democratici.

Poi  non bisogna dimenticare che tutto questo rumore ha regalato al politico quasi 200 milioni di dollari di donazioni destinate ad un ‘Comitato Politico’ dal nome  che è tutto un programma ’Salva l’America’.

Ma a frenare o addirittura bloccare questo percorso ci sono due spade di Damocle che potrebbero far ‘fracassare’ l’ex Presidente. La prima è rappresentata dai 400 milioni di dollari di debiti del suo Gruppo imprenditoriale che, nonostante sia stato rienergizzato dalla carica presidenziale, rimane ancora debole, e la seconda è costituita dai diversi crimini federali per cui potrebbe essere giudicato: dall’ostruzione alla giustizia, alla diffamazione, al finanziamento illegale per la campagna, per finire con quello più pericoloso in America, la frode fiscale.

L’ultimo tassello di questo puzzle sta nelle ultime votazioni in Georgia del 5 gennaio dove dem e rep si giocheranno il controllo della Camera Alta.

Insomma Joe Biden è avvisato , oltre a dover liberare l’America dal Coronavirus, oltre a doverla far ripartire a livello economico dovrà tenere a bada un Donald Trump ancora ‘assetato di vendetta’.