Esteri

Vaticano, sempre più scontro Bergoglio-Ratzinger. E c'è anche l'ipotesi scisma

L'abrogazione della messa in latino operata da Francesco è solo l'ultimo episodio: i due papi rappresentano due visioni di Chiesa opposte e ormai in conflitto

Da una parte un progressismo che cerca di stare al passo con i tempi, dall'altro un richiamo alla missione originaria della Chiesa. Da una parte Papa Francesco, il pontefice gesuita arrivato dalla "fine del mondo", che si è proposto sin dall'inizio di riformare il Vaticano e che, tra le altre cose, sogna(va) lo storico riavvicinamento alla Cina. Dall'altra Papa Benedetto XVI, tradizionalista nella visione morale quanto rivoluzionario nei gesti (in primis, ovviamente, quello delle dimissioni).

Lo scontro tra pro Bergoglio e pro Ratzinger

Per ora la possibile tensione derivante dalla inedita coabitazione di due papi era rimasta del tutto sotto traccia. Mai una voce sul rapporto tra Bergoglio e Ratzinger. Ma negli ultimi mesi è evidente che qualcosa si stia muovendo. Se non tra i due protagonisti in maniera diretta, quantomeno tra le due fazioni che si sentono rappresentate dall'uno o dall'altro. Già, perché non tutti apprezzano Bergoglio e in molti, chiese tedesca in testa, vedono ancora in Ratzinger (essendo tuttora vivo e papa dimissionario) il vero punto di riferimento della Santa Sede.

Bergoglio cancella la mossa di Ratzinger sulle messe in latino

L'ultimo episodio è quello sulle messe in latino. Pochi giorni fa, infatti, Bergoglio ha abrogato la legge di Benedetto XVI che regolava la messa in latino secondo il messale del 1962. Stando alle sue parole, l'intento di Francesco era quello di "promuovere unità e concordia", ma in realtà pare stia accadendo il contrario. "Mi addolorano allo stesso modo gli abusi di una parte e dell'altra nella celebrazione della liturgia. Al pari di Benedetto XVI, anch'io stigmatizzo che 'in molti luoghi non si celebri in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura venga inteso come un'autorizzazione o perfino come un obbligo alla creativita', la quale porta spesso a deformazioni al limite del sopportabile'", ha scritto Francesco nella lettera in cui illustrava ai vescovi la sua decisione di cancellare la precedente mossa di Ratzinger, lasciando di fatto la responsabilità di scelta sulla messa in latino alle singole diocesi.

Il cardinale Zen contro il filo cinese Bergoglio

Il consistente blocco tradizionalista sta però protestando con inusitata forza. A partire dal cardinale Zen, vescovo emerito di Hong Kong, il quale ha smentito le posizioni di Bergoglio: "La Messa tridentina non divide; al contrario, ci unisce ai nostri fratelli di tutte le epoche, ai santi e ai martiri di ogni tempo, a coloro che hanno combattuto per la loro fede e che hanno trovato in essa un inesauribile nutrimento spirituale". D'altronde, Zen non vede certo di buon occhio il papato di Bergoglio, soprattutto per i suoi prolungati silenzi circa la situazione di Hong Kong e il suo tentativo di avvicinamento a Pechino, concretizzato con l'accordo sulla nomina dei vescovi del 2018 prorogato poi di due anni nel 2020.

Da Mueller a Sarah: chi sono gli anti Bergoglio

Anche il cardinale Mueller ha lanciato un attaco diretto: "Il chiaro intento di Francesco è quello di condannare questa messa all'estinzione nel lungo periodo". Nello schieramento degli anti bergogliani ci sono anche l'arcivescovo Carlo Maria Viganò e il cardinale Robert Sarah. E il fatto che esistano due anime in contrapposizione è evidente dal riferimento che quest'ultimo fa a Ratzinger: "Nella storia si ricorderà Benedetto XVI non solo come un grande teologo, ma anche come il Papa del Summorum Pontificum, il Papa della pace liturgica, colui che ha costruito un ponte ecumenico con l'Oriente cristiano attraverso la liturgia latino-gregoriana. Rimarrà come il Papa che ha a cuore la volontà di riconquistare le radici cristiane e l'unità dell'Europa e si sarà opposto al laicismo senza senso e alla destrutturazione della cultura europea. Dal Motu Proprio Summorum Pontificum, nonostante le difficoltà e le resistenze, la Chiesa ha intrapreso un cammino di riforma liturgica e spirituale che, seppur lento, è irreversibile. Nonostante gli intransigenti atteggiamenti clericali di opposizione alla venerabile liturgia latino-gregoriana, atteggiamenti tipici di questo clericalismo che papa Francesco più volte ha denunciato, nel cuore della Chiesa è emersa una nuova generazione di giovani. Questa generazione è quella delle giovani famiglie, che dimostrano che questa liturgia ha un futuro perché ha un passato, una storia di santità e di bellezza che non può essere cancellata o abolita da un giorno all'altro. La Chiesa non è un campo di battaglia dove si gioca per vincere cercando di nuocere agli altri e alla sensibilità spirituale dei propri fratelli e sorelle nella fede", ha concluso Sarah.

L'ipotesi scisma con la chiesa tedesca

Quello della messa in latino è solo l'ultimo di una lunga serie di episodi, che ha fatto persino sorgere l'ipotesi di un possibile scisma. In particolare, il recente scontro con il cardinale Marx, esponente di spicco della chiesa tedesca, che aveva rassegnato le sue dimissioni, poi respinte, a Bergoglio. Marx è il leader di una grossa parte della chiesa cattolica che ritiene che le aperture di Bergoglio (per esempio sui preti sposati) siano sbagliate e crede che per rilanciare l'immagine della chiesa serva tornare alla base del pensiero cattolico. Solo in superficie c'era la questione della pedofilia tra i sacerdoti ma in profondo c'era molto di più. Due visioni contrapposte e difficilmente conciliabili che potrebbero sfociare anche in una futuribile scissione. C'era stata poi anche la vicenda legata alla chiesa conservatrice americana che voleva impedire la comunione a Joe Biden, anche questa volta in conflitto con Bergoglio. La chiesa ha due anime, potrebbero non riuscire a coesistere per sempre.