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Esteri
Venezuela, la testimonianza dell'imprenditore Stefano Versace: "Oppositori torturati e sottoposti ai lavori forzati"

Stefano Versace 

Venezuela, la testimonianza dell'imprenditore Stefano Versace

Da anni la sinistra occidentale socchiude gli occhi su atroci dittature. Non condanna regimi come quello cubano e venezuelano. Ora però non si può più fare finta di nulla. Dopo i brogli elettorali che hanno portato alla vittoria di Nicolás Maduro, il presidente autoritario socialista del Venezuela che secondo i conteggi indipendenti avrebbe in realtà perso le elezioni con grande distacco, il mondo sta reagendo. A raccontarci qualcosa in più, un imprenditore italiano che ha sposato una venezuelana. Stefano Versace, il re del gelato made in Italy che in America ha aperto 31 gelaterie.

Stefano, com’è la situazione dopo le elezioni?

La situazione è molto tesa perché al governo c’è un dittatore che non riconosce il risultato delle elezioni e si ostina a sostenere di averle vinte quando tutto il mondo ha ormai le prove della sua inesorabile sconfitta.

Come fa l’opposizione a dire di aver vinto?

L’opposizione, guidata da María Corina Machado e dal candidato alla presidenza nelle elezioni dello scorso 28 luglio Edmundo González,  immaginando un epilogo del genere ha raccolto l’81.7% delle acta electorales (i risultati stampati in ogni seggio) e li ha pubblicati su un server al quale hanno accesso tutti. ONU, UE, OEA, USA, centro carter, presidenti di altri paesi. Tutti.

E il governo come si difende?

Non può farlo perché se mostra “las actas” (verbali ndr) conferma la vittoria di Gonzalez. Allora dice che non ha bisogno di farlo. Ma la costituzione lo obbliga a pubblicare las actas entro 48 ore ed è già passata una settimana.

Qual è la situazione adesso?

Gonzalez e Maria Corina Machado (la leader del movimento che Maduro ha inabilitato per paura di essere sconfitto) hanno ottenuto il riconoscimento di moltissimi Stati stranieri tra cui USA, Germania e Italia. E con questo riconoscimento potranno chiedere aiuto estero che non sarà più un’invasione militare, ma un appoggio a un paese che sta subendo un vero e proprio colpo di stato.

I venezuelani come stanno reagendo?

In tutto il mondo si sono organizzate manifestazioni in appoggio a Edmondo Gonzales e Maria Corina Machado affinché venga riconosciuto il loro successo elettorale e possano finalmente governare dando un futuro migliore al Venezuela. In Venezuela invece sono partite le proteste che hanno portato milioni di persone per le strade per chiedere a Maduro di riconoscere la sconfitta e abbandonare il palazzo di governo.

Emblematico è che per la prima volta le statue di Chavez e i simboli di questa dittatura sono stati distrutti, fatto del tutto in edito in 25 anni di Chavismo.

Il governo come reagisce a queste proteste?

Con l’unica arma che le dittature hanno, la feroce violenta e sanguinaria repressione. Vengono prelevate le persone dalle case solo perché nei loro cellulari sono presenti immagini o chat contro il governo, vengono portati in campi di concentramento, torturati e sottoposti ai lavori forzati. Maduro, che in 12 anni non ha mai costruito nemmeno un Ospedale, ha dato l’incarico di costruire due carceri speciali di massima sicurezza.

Quale sarà il prossimo passo?

Maria Corina Machado ed Edmondo Gonzales devono continuare nel loro lavoro diplomatico perché, per quanto sanguinario sia questo governo, va mantenuto un ponte di dialogo, anche se con scarse speranze.

Il popolo venezuelano, invece, ha tutto il diritto di ribellarsi e non è tenuto ad agire con diplomazia, anzi abbiamo visto proprio in questi giorni come anche in Bangladesh un popolo esasperato e unito possa riuscire ad abbattere una dittatura.

Una cosa è certa. Per arrivare a questo punto della storia, il popolo venezuelano ha impiegato 25 anni. Ora sta ad un passo dal coronare il sogno di tornare a essere un paese libero e prosperoso. Se Maduro pensa che con la violenza e la repressione possa riuscire a controllare un popolo inferocito e combattente, l’unica cosa che ottiene è solo maggior sangue versato per le strade, ma il risultato non cambierà. Il Venezuela sta tornando ad essere libero.

 






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