Esteri

Via della Seta, Luttwak: "L'Italia non firmi o pagherà grandi costi politici"

Lorenzo Lamperti

Intervista/ Il politologo americano all'Italia: "Firmare l'accordo sulla Nuova Via della Seta avrà un alto costo politico, ecco perché"

Edward Luttwak, celebre politologo statunitense, parla in un'intervista ad Affaritaliani.it dell'accordo sempre più vicino sulla Nuova Via della Seta tra Italia e Cina, con il memorandum di intesa (oltre ai singoli accordi specifici) che potrebbe arrivare tra una decina di giorni durante la visita del presidente cinese Xi Jinping oppure a fine aprile al forum sulla Belt and Road di Pechino, al quale prenderà parte anche il premier Giuseppe Conte.

Edward Luttwak, ritiene che per l'Italia sia un vantaggio o uno svantaggio la possibile firma del memorandum sulla Nuova Via della Seta?

Sarebbe un grande errore. 

Perché?

L'accordo coi cinesi sulla Nuova Via della Seta è un atto dimostrativo e simbolico. Il memorandum è opaco e proprio per questo ancora più significativo dal punto di vista strategico. L'Italia pagherebbe un alto costo sia politico sia diplomatico. 

Con chi?

Con gli Stati Uniti ma non solo. Non è che fai arrabbiare solo Donald Trump in questa situazione ma tutta la coalizione marittima che vede tra le sue fila Stati Uniti, Regno Unito, India e Giappone. La scelta di stare con la Cina dimostrerebbe che l'Italia si rivela essere ancora una volta provinciale e fuori dai giochi.

L'accordo con la Cina potrebbe portare però anche importanti vantaggi economici per l'Italia.

Un conto sono degli accordi commerciali specifici, un altro conto è firmare un memorandum d'intesa su un progetto che gli Stati Uniti e non solo ritengono avere anche fini politici. A livello commerciale anche Washington ha rapporti positivi con la Cina su molti temi, il punto non è questo.

Gli Stati Uniti chiederanno all'Italia di non firmare?

L'Italia prenderà le sue decisioni, ma deve avere ben presente quale può essere il costo politico diplomatico che sarebbe costretta a pagare. Lo scambio commerciale e culturale tra Italia e Cina esiste già, non c'è bisogno di aderire ufficialmente alla Belt and Road. 

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