Esteri

Green Pass obbligatorio per tutti. Cittadini senza libertà di lavorare e...

di Alfredo Tocchi

Tony Blair e la posizione ufficiale del World Economic Forum



Nel 2017, il filantropo Bill Gates, il finanziere Larry Fink e il transumanista Klaus Schwab hanno deciso di vaccinare l’umanità: ci sono perfettamente riusciti. Tuttavia, qualche recalcitrante terrapiattista reclama ancora oggi di avere il diritto di rifiutare l’inoculazione, così intervengono illustri personalità (testimonial o, più moderno, influencer) come Tony Blair a suggerire il modo di obbligarli: priviamoli dei loro diritti.

Ma tutto questo, naturalmente, in nome di un interesse superiore: la salute collettiva. Questo risultato è stato raggiunto utilizzando strumenti e meccanismi ben noti ai sociologi: la segregazione sociale, l’identificazione di un pericolo comune, l’amplificazione della paura, la costante propaganda dei media che ha ripetuto che si poteva ritornare alla normalità unicamente grazie a misure fortemente limitative delle libertà individuali, giustificate dal bene collettivo.

Nel frattempo, la perdita di significato della vita, ridotta a una reclusione domiciliare, la sensazione diffusa di non essere più artefici del proprio destino, dato che un avvocato non eletto ha potuto privare chiunque dei propri diritti individuali (Costituzionali) con un semplice decreto del Presidente del Consiglio.

E tutto questo fa parte di un disegno di cambiamento della società, quel Great Reset teorizzato dal Professor Klaus Schwab del Forum di Davos. Superfluo aggiungere che i vaccini non sono stati regalati ma venduti a caro prezzo (il fondo BlackRock è socio di Pfizer e Bill Gates controlla Moderna), con contratti secretati per non rivelare il contenuto di clausole limitative di responsabilità che impediscono ai danneggiati di agire contro i produttori.

Un disegno criminale spacciato per un passo avanti verso “magnifiche sorti e progressive”.Da vecchio giurista, inorridisco davanti alla palese violazione di diritti umani e costituzionali, al tentativo (riuscito) di subordinare il diritto al lavoro, la libertà di movimento, il diritto di rifiutare un trattamento sanitario, il diritto di visitare i propri cari negli ospedali e nelle RSA eccetera eccetera al possesso di un Green Pass.