Food
Agli americani non piace più il maiale. È caro e ci vuole troppo a cuocerlo
L'idea dell'industria suina di proporlo come "l'altra carne bianca" non ha funzionato
Negli USA si produce troppa carne suina rispetto alla domanda. I consumatori preferiscono prodotti più economici e che hanno tempi di cottura più brevi
L'industria americana della carne di maiale ha creato un sistema talmente efficiente per cui la produzione supera la domanda. Il problema è gli USA ora preferiscono consumare altre tipologie di carne ma non solo. Uno studio della Kansas State University riportato da Gambero Rosso afferma che il consumo di prodotti suini scenderà del 9% rispetto a 20 anni fa ma con un aumento della produzione del 25% rispetto allo stesso periodo. Si stima quindi che sul mercato arriveranno circa 13 milioni di tonnellate di carne suina nel 2024 per un giro d'affari di 57 miliardi di dollari.
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I motivi della crisi del maiale sono molteplici. Il primo è che l'industria deve far fronte a una crescita più lenta della popolazione. Bisogna poi considerare che per tanti è un problema il lungo tempo di cottura dei prodotti suini, necessario per elimininare il pericolo di infezione. Per questo si vira verso il manzo o il pollo. Quest'ultimo in particolare è molto amato dai giovani anche perché costa molto meno. Non bisogna poi dimenticare i credi religiosi come Islam ed Ebraismo che vietano il consumo del maiale.
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L'idea dell'industria di suina di proporre il maiale come "l'altra carne bianca" non ha attecchito tra i consumatori americani e ora si cercano altre strade per risolvere il problema del surplus di produzione. C'è chi come Smithfield Food ha pensato di aiutarli proponendo più prodotti pre-cotti come la pancetta in una confezione con carta da forno incorporata. Altri invece spingono per aumentare le esportazioni verso l'estero.