Food
Neuroscienze, un piatto di pasta rende felici: “effetto smile” in tavola
Una ricerca dello Iulm dimostra scientificamente un collegamento tra memoria e coinvolgimento emotivo, e come la pasta “accenda” la felicità
Si può parlare, quindi, di effetto “smile” della pasta? “La scienza si è messa al servizio delle emozioni per certificare che pasta e felicità sono una cosa sola - ha dichiarato Vincenzo Russo, fondatore e coordinatore del Centro di Ricerca di Neuromarketing Behavior & Brain Lab Iulm - I risultati ci dicono che sono proprio i momenti in cui mangiamo la pasta quelli che ci attivano maggiormente a livello emotivo; questa attivazione cognitiva ed emotiva determinata dall’assaggio della pasta è così forte, piacevole e coinvolgente da persistere anche nei momenti successivi all’aver mangiato”.
D'accordo il presidente dei pastai italiani Riccardo Felicetti: “Abbiamo sempre saputo che un buon piatto di pasta rende le persone felici, ma non sapevamo perché e fino a che punto – ha affermato - Ora arriva la conferma da questa ricerca, nella quale la pasta viene eletta a cibo della felicità, o come piace dire a noi pastai, con il miglior rapporto felicità/prezzo. E portare un po’ di felicità nelle case degli italiani, in un momento come questo, per noi pastai è davvero fonte di soddisfazione e di orgoglio”.
Pasta, "felicità" è la prima parola che viene in mente da associare alla regina delle tavole italiane
Del resto, indagando le abitudini di consumo dei partecipanti al test, alla domanda “quando mangi la pasta?”, la risposta che ha generato un punteggio più alto è “quando mi sento felice” con 4,54 su una scala Lickert da 1 a 6. Il suo consumo, in particolare, è legato a momenti di condivisione familiare (5,10) e amicizia (5,07). Inoltre, la maggioranza del campione (40%) identifica come comfort food proprio la pasta.
Un alimento tipico della tradizione, che riesce a mantenersi protagonista della spesa, lo confermano i dati di Unione Italiana Food: la pasta è consumata da tutti gli italiani o quasi (99%), in media circa 5 volte a settimana, per un totale di 23 kg annui pro capite che ci rende i più grandi consumatori mondiali.