Parte da "La Felicità" di Parigi la competizione mondiale Caputo Cup 2018-2019
Il trofeo gastronomico prevede gironi internazionali di qualificazione. I finalisti concorreranno all'assegnazione del titolo. Si parte dalla location parigina
Parte all’ombra della Torre Eiffel, il prossimo 15 settembre, presso ”La Felicità”, il più grande food-market italiano realizzato dal gruppo Big Mamma, la Caputo Cup 2018/2019 che, un po’ come nelle competizioni sportive, prevede gironi internazionali di qualificazione, durante i quali vengono selezionati i finalisti che concorreranno all’assegnazione del titolo mondiale.
I vincitori di ciascuna tappa della Caputo Cup, infatti, saranno iscritti di diritto alla finale partenopea prevista per giugno, quando si disputerà la XVIII edizione del Trofeo Caputo.
E se oggi a Parigi si mangia sempre più italiano, con prodotti di estrema qualità, provenienti direttamente dall’Italia, lo si deve anche al progetto della squadra di Big Mamma, che è riuscita, in poco tempo, a imporre una nuova era della cucina tricolore a Parigi.
Alla tappa francese, esordio di ospitalità per questa nazione, parteciperanno 35 giovani talenti, che daranno prova della loro abilità. In giuria ci saranno: il maestro pizzaiolo Gino Sorbillo; il presidente dell’Apn (Associazione pizzaiuoli napoletani), Sergio Miccù, Davide Civitiello, già campione del Mondo e molti altri esperti del food italiano e francese.
In occasione della giornata del 15 settembre, si svolgerà anche il Parigi Pizza Festival: una non stop, dalle 12.00 alle 23.00, di degustazioni di prodotti d’eccellenza e di pizze sfornate, tra gli altri, dal maestro Sorbillo.
Per Antimo Caputo, amministratore delegato del Mulino Caputo (nella foto a sinistra, a destra Gino Sorbillo), i gironi di qualificazione della Caputo Cup, che toccheranno almeno dieci nazioni, tra cui: Stati Uniti, Giappone, Cina, Portogallo e Israele, sono l’occasione per divulgare la filosofia sottesa all’arte della pizza.
“Gli elementi del successo della pizza napoletana sono essenzialmente due”, precisa Caputo. “L’utilizzo delle materie prime di altissima qualità e la capacità dei pizzaioli di fondere tecniche e saperi antichi nel realizzare questo magnifico alimento. La fusione di questi fattori rende la pizza napoletana un prodotto inimitabile. D’altra parte, l’arte del pizzaiuolo, trasmessa di generazione in generazione, è così importante da essere entrata a far parte dell’elenco dei Beni Immateriali dell’Umanità, stilato dall’Unesco”.
Da Napoli, anche grazie a iniziative come quelle promosse da Mulino Caputo, l’arte del pizzaiuolo si è diffusa nel mondo, così che oggi, ovunque ci siano artigiani che hanno fatto propri gli standard della scuola partenopea dell’Apn, è possibile apprezzare una pizza secondo il disciplinare della vera pizza napoletana..
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