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ANBI: uno sciame alluvionale attraversa l'Italia
Vincenzi (ANBI): "Senza un'assunzione di responsabilità collettiva verso la fragilità del nostro territorio nuove emergenze sono dietro l'angolo"
“Il timore adesso è l’immobilismo post emozionale, non acquisendo intrinsecamente che alluvioni e siccità sono facce di una stessa medaglia, chiamata gestione idraulica, messa in crisi dai cambiamenti climatici e da un inarrestabile abbandono, nonché cementificazione del territorio. Per questo, le soluzioni da noi proposte, dai piani invasi agli interventi di efficientamento sulle opere esistenti, sono multifunzionali, rispondendo perlopiù ad entrambe le esigenze", aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. "E’ tempo di dimostrare di essere un Paese maturo che, accanto all’eccezionale capacità di intervento in caso d’emergenza, sa ora farlo anche in prevenzione, utilizzando al meglio le risorse disponibili e cui si potrà accedere”.
Per il resto, la Penisola, dopo mesi caratterizzati da insufficienza idrica, si presenta ancora con un aspetto “umido”. Al Nord, i livelli dei grandi bacini naturali sono tornati a quote confortanti: i laghi Maggiore e di Como sono sopra media, così come quello d’Iseo che, con il 98,6% di riempimento sfiora il massimo storico; bene anche il Benaco, che cresce di quasi 10 centimetri, indirizzandosi ad uscire dallo stato di sofferenza, che lo caratterizza da molte settimane.
In Valle d’Aosta, complice lo scioglimento della neve in quota e le abbondanti precipitazioni, la portata della Dora Baltea cresce notevolmente (alla stazione di Nus, da mc/s 5,10 della scorsa settimana agli attuali mc/s 73,10); anche il torrente Lys mantiene una notevole portata (mc/s 7,10). In Piemonte, le eccezionali portate dei fiumi in piena sono in larga parte solo un ricordo: restano importanti i volumi d’acqua negli alvei di Varaita (oltre 35 metri cubi al secondo) ed Orco (oltre mc/s 50), mentre tornano sotto media la Sesia, il Tanaro, la Toce.