Green
Clima: siccità, ondate di caldo record e il flop della Cop27. Bilancio 2022
Cambiamento climatico, siccità, temperature record, eventi estremi e la diplomazia che arranca: l'anno, a tutti gli effetti, horribilis del clima
Ma il 2022 è stato anche l'anno della (mancata) diplomazia climatica. A novembre si sono aperti infatti i lavori della Cop27 a Sharm el-Sheikh, il vertice sul clima nel quale si sono riuniti i più importanti e influenti capi di Stato mondiali. Ma, come qualcuno già preannunciava (clicca qui per recuperare l'intervista a Angelo Bonelli-Verdi), la conferenza si è chiusa “con un bicchiere mezzo pieno”. Se da una parte i Paesi poveri e più vulnerabili al cambiamento climatico hanno ottenuto il fondo ristori per le perdite e i danni che chiedono da anni, dall’altro non si è arrivati a un accordo serie e duratoro sulla riduzione di gas serra. Non si sono infatti registrati progressi rispetto alla Cop26 di Glasgow dell'anno scorso.
"Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni ora, e questo è un tema che questa Cop non ha affrontato", ha commentato il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, a margine della fine dei lavori della conferenza. Per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, "abbiamo trattato alcuni sintomi, ma non curato il paziente dalla febbre". Sulla mitigazione "si è persa probabilmente un'occasione importante", ha invece ribadito in Egitto il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.
Clima, una piccola speranza c’è: il patto di pace con la natura
Se da un lato quindi vige un clima "caldo" di sconforto, dall'altra spunta una "piccola speranza". È di poche giorni fa infatti l’annuncio di un accordo storico per la protezione della biodiversità annunciata dai partecipanti alla Cop 15 di Montreal. "Il pacchetto è stato adottato", ha annunciato il presidente del Summit delle Nazioni Unite, il ministro dell'Ambiente cinese Huang Runqiu alla fine di una lunga maratona notturna a Montreal. In particolare, i paesi dell'Onu hanno concordato di rendere area protetta il 30% del territorio e dei mari al 2030, di stanziare 30 miliardi di dollari all'anno per aiutare i paesi in via di sviluppo nella tutela della natura, di risanare il 30% degli ecosistemi degradati e di dimezzare il rischio legato ai pesticidi. Al momento sono aree protette il 17% delle terre e l'8% dei mari. Che questo possa quindi essere l’inizio di “un patto di pace con la natura”, in grado di farci risalire dagli inferi.