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Coronavirus, i siti delivery che ti portano la spesa a casa volano
Molti consumatori ormai non si recano più al supermercato: vuoi per la file infinite, vuoi per la paura del contagio del virus. Come scrive Pambianco, i consumatori quindi si sono rivolti ai siti di delivery a chilometro zero di prodotti freschi, dalla frutta e verdura alla carne, dai latticini alla pasta e pane fino alla cura della persona, che consegnano la merce del produttore direttamente a casa generalmente nell’arco di pochi giorni dall’ordine online. Risultato? Queste piattaforme stanno registrando percentuali di crescita monstre nell’ultimo mese, nell’ordine dell’incremento a tre cifre.
Emblematico il caso di Cortilia, azienda food tech nata nel 2012, presente in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, che conta su di un catalogo di oltre 1.800 prodotti online provenienti da oltre 200 produttori selezionati. La società ha chiuso il 2018 con ricavi per 9 milioni di euro. “Cortilia, già prima della crisi, era un’azienda in forte crescita, con un tasso di circa il 50% in più rispetto all’anno precedente”, ha commentato l’azienda a Pambianco Wine&Food. “Questa situazione di emergenza ha spinto molte più persone a rivolgersi all’e-commerce, pertanto il ritmo di crescita è raddoppiato. Ciononostante, riuscire a soddisfare tutte le richieste è difficile e la logistica è satura per giorni. Da quello che possiamo desumere dall’incremento del traffico online e dai cambiamenti nei trend di ricerca, stimiamo che la domanda sia potenzialmente decuplicata”. Proprio in questi giorni l’azienda ha comunicato “modifiche temporanee al servizio, attuate per far fronte alla difficile situazione legata all’emergenza sanitaria Coronavirus”, introducendo il limite di una consegna ogni 7 giorni per ciascun indirizzo, con un importo massimo di 150 euro, “per garantire a più persone la possibilità di fare la spesa”; la chiusura degli ordini è stata anticipata alle ore 21 mentre la consegna è sempre gratuita per tutte le spese.
Sempre come riferisce Pambianco, un altro esempio di piattaforma in grande ascesa è L’Alveare che dice Sì!, un sito composto da gruppi di acquisto 2.0 che consentono ai produttori iscritti di mettere in vendita online frutta, verdura, latticini, carni, formaggi e molto altro sul sito. Fondata da Eugenio Sapora a fine 2015 presso i locali dell’Incubatore I3P del Politecnico di Torino, supera i 2000 produttori registrati per un fatturato totale (per i produttori) di oltre quattro milioni di euro. Gli Alveari, ossia i gruppi di acquisto in Italia, sono 182 di cui 31 solo a Milano. Se nell’ultimo anno il business era già in fase di decollo, con un incremento del 62% rispetto all’anno precedente, nelle ultime settimane il trend si è impennato: “in queste settimane la nostra crescita rispetto alle previsioni è stata più alta del 246%”, fanno sapere a Pambianco Wine&Food. Una curiosità: le uova sono in assoluto il prodotto più venduto sul sito, seguite da carote, finocchi, zucchine, patate, kiwi, porri, fragole, arance navel, hamburger.