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Difesa di salute, ambiente e mare. Piombino scende in campo. Le foto

Cecilia Sandroni

 

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Dicevano che Asiu Spa (Agenzia Servizi Igiene Urbana) era un’azienda modello e un valore per i cittadini. Purtroppo non era vero. Sin dal 2012 , tra le operazioni di rilievo economico di Asiu, figurava l’ottenimento dalla Banca Popolare di Vicenza di tre mutui dell’importo di 800 mila euro ciascuno necessari a finanziare tre specifici interventi sulla discarica di Ischia di Crociano: impianto di captazione del biogas; impianto per la produzione di energia elettrica da biogas, copertura della discarica. Visto anche l'attuale stato degli impianti della discarica si potrebbe ipotizzare che tali mutui non sono stati utilizzati per eseguire i lavori di messa a norma della discarica, o lo furono solo in parte, mentre per la stessa ragione si potrebbe sempre ipotizzare tra le tante possibili che furono forse utilizzati per la spesa corrente. Questa è una delle molte, tante, questioni della storia di ASIU che dovrà essere chiarita. La Banca popolare di Vicenza concesse poi altri prestiti ma solo dietro contestuale sottoscrizione di azioni dell’istituto. Nel 2016 la società Asiu ha dovuto prendere atto che quelle azioni acquisite non valevano più nulla. Una questione di soldi e di buco finanziario di circa 50

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milioni di euro. "Questo episodio è uno dei molti che ripetiamo attendono spiegazioni....", si legge nell’ area stampa del Comitato di Salute Pubblica della Val di Cornia creata negli ultimi mesi come supporto informativo su questo nebuloso e contestato tentativo di far diventare negli anni Piombino un polo di Rifiuti.

Il Comitato Salute Pubblica presieduto dal Chirurgo Alessandro Dervishi nasce nel 2018 dalla volontà di numerosi cittadini di tutelare l’ambiente e la salute viste le importanti novità, non sempre positive, che si stavano affacciando all’orizzonte di un territorio che da anni ormai attraversa una crisi economica e sociale senza precedenti: le conseguenze ambientali dovute al ridimensionamento dell’industria siderurgica, le problematiche dovute allo smaltimento dei rifiuti in costa est, e le criticità di ordine sanitario. 

Il Comitato si è sempre fermamente opposto all’idea di fare di Piombino un polo nazionale di lavorazione, smaltimento, stoccaggio e spedizione di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi.

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Nel territorio della Val di Cornia si sono già insediate varie aziende che si occupano di rifiuti: RiMateria, Wecologistic, Tyrebirth. Per ora è stato  scongiurato l’insediamento della Creo, che avrebbe trasformato i rifiuti organici in lignite. Piombino, si legge, sarà inoltre il polo specializzato nelle demolizioni diventando così l’unico porto italiano che risponde ai requisiti della normativa comunitaria. A settembre è previsto il via dell’ attività di demolizione e smaltimento di 12 cassoni della Concordia, una parte sembra sarà reimpiegata per la costruzione di una banchina galleggiante.

Il Comitato della Salute si è sempre battuto contro la cattiva gestione della discarica attuale, l’Ex Asiu, ancora adesso in coltivazione, per la quale l’azienda ha ricevuto negli anni passati due diffide dalla Regione Toscana oltre che un sequestro da parte della magistratura, giacché non avevano mai provveduto alla messa a norma dell’impianto. Opposizione ferrea ad oltranza all’ampliamento richiesto da RiMateria in Regione di 2,850 milioni di metri cubi di rifiuti che porrebbe questa discarica sul

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mercato nazionale dello smaltimento dei rifiuti speciali e non più, come si voleva fare passare dall’amministrazione uscente, a servizio delle bonifiche del SIN di Piombino e della ripresa della siderurgia. Il presidente del Comitato Salute e chirurgo Alessandro Dervishi afferma:«Noi abbiamo sempre sostenuto che RiMateria debba occuparsi delle bonifiche, non è stata concepita dalle amministrazioni per fare attività di discarica, e si chiama appunto RiMateria perché avrebbe dovuto lavorare i rifiuti del SIN e riciclare ciò che era possibile, circa l’80% dei rifiuti, e creare una nuova materia utile per l’edilizia per esempio per il manto stradale. RiMateria era stata concepita anche come discarica a servizio della ripresa siderurgica. Gli spazi già autorizzati, il famoso cono rovescio di 140.000 metri cubi, per noi devono essere preservati per le esigenze del territorio, per quei rifiuti del SIN che non sono riciclabili e per la ripartenza dei forni elettrici».

Su danni ambientali e danni alla salute sempre il Presidente Dervishi interviene:

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«Limitandoci alla nostra area ( Sito di Interesse Nazionale, zona che lo Stato italiano ha riconosciuto come gravemente inquinata e quindi da bonificare), diciamo subito che uno studio dal 1992 al 2011 ha evidenziato che in questo periodo sono nati 143 bambini con difetti congeniti su un totale di 4660 venuti alla luce. Si tratta quindi del 3,1%, valore che può sembrare ridotto ma che supera notevolmente il 2% di anomalie che è la media toscana. Altri studi eseguiti nello stesso periodo riguardanti la mortalità intorno a discariche di rifiuti in Toscana, hanno evidenziato eccessi di mortalità per malattie del sistema cardiocircolatorio e cerebrovascolare, per tumori al fegato, vescica, sistema linfoematopoietico e per linfomi non Hodgkin.

Venendo ai risultati di uno studio attuale (Sentieri/quinto rapporto), si legge che vi è una mortalità generale più alta di quella attesa su base regionale nelle sole donne, rilevando in particolare eccesso consistente di casi di tumore della pleura negli uomini e di pneumoconiosi. Riporto fedelmente quanto scritto sulla relazione medica: “Gli eccessi di mortalità osservati per malattie cardiovascolari non fanno escludere un ruolo nell’esposizione a inquinamento atmosferico cosi come riportato da evidenze di letteratura. In particolare, un rapporto dell’OMS segnala una possibile associazione da inquinamento atmosferico generato da impianti siderurgici e centrali elettriche e alcune patologie cardiovascolari”. 

Risulta inoltre in tale studio eccesso per tumori della tiroide in entrambi i generi. La presenza di benzene come contaminante ambientale dovrà essere oggetto di sorveglianza, poiché collegabile a quattro ricoverati di età 0-14 anni per leucemia. Si confermano gli eccessi di anomalie congenite per cui gli autori invitano a eseguire approfondimenti analitici e auspicano interventi di prevenzione primaria a tutela della salute riproduttiva. Aggiungo inoltre che non sono stati considerati evidentemente i presumibili aborti eseguiti per gravi malformazioni. Su una base del genere, per niente tranquillizzante, dunque, oggi s’intende dare il via libera  a un’enorme discarica che raggiungerà le dimensioni totali di 5 milioni di metri cubi di rifiuti speciali e s’ipotizza inoltre anche il trattamento in futuro nella stessa sede di rifiuti pericolosi, che sono già trattati da parte di altra compagnia distante a poche decine di metri dalla discarica.

Per quanto riguarda l’ambiente, come ho detto, le microparticelle lesive per la salute e le varie sostanze nocive disperse in aria, già presenti e solo in parte testate dall’Arpat per loro mancanze di mezzi, chiudono il cerchio di quella che si prefigura come una devastazione ambientale che ci riporta alla triste esperienza di Taranto. Quindi non si tratta di rischi, ma si passa da un inquinamento già provato a uno largamente superiore e con effetti imprevedibili e certamente pericolosi per persone e ambiente».

Quale futuro quindi attende Piombino, e sopratutto quale visione dal Mare e quale odore da terra in certe giornate di scirocco. Quale prevenzione possibile, quali nascite, quale difesa futura per questa Piombino,  Principato Città Stato per più di 400 anni ben conosciuta in tutta l’ Europa. Quale futuro per il suo splendore di mare, i suoi tramonti sull’Elba e la sua gente di scoglio?

Di Cecilia Sandroni 

Nata a Piombino nel 1965

Per ulteriori informazioni 

https://www.italienspr.com/piombino/