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L’affascinante protesta di Bansky in mostra al Mudec di Milano
Murale griffato Banksy a Bristol

I lavori di uno dei maggiori esponenti della street art, l’artista e writer inglese Bansky, ad oggi dall’identità volutamente nascosta, sono in mostra al Mudec di Milano in una stupenda retrospettiva.

Un progetto curato da Gianni Mercurio che raccoglie dipinti, prints, sculture , copertine di dischi.

 

Noto anche per la sua attività di attivista politico e regista, Bansky è diventato in poco tempo un mito dei nostri giorni e un punto di riferimento per tanti giovani amanti dell’arte espressa in modo innovativo.

Il mondo di Bansky. Tra satira e provocazione.

E’ noto infatti che il writer realizza i suoi graffiti utilizzando la tecnica dello stencil ( una maschera di cartone che forma un negativo del disegno che si vuole realizzare) e li disegna su ponti, strade,mura delle città di tutto il mondo.

Si racconta che sia stato ispirato ad un altro famoso writer, quel 3D che divenne poi fondatore del gruppo musicale britannico, Massive Attack.

 

I murales di Bansky raccontano e criticano la società in maniera irriverente, satirica, provocatoria. Parlano di guerra con tratti e idee magistrali come la celebre bimba che scappa nuda dall’inferno di Saigon è accompagnata da un Michey Mouse e da un clown giganti; come gli elicotteri d’attacco americani infiocchettati da un inaspettato fiocco lilla o come la giovane che abbraccia una grossa bomba d’aereo.

Il mondo di Bansky. Parla di topi, consumismo, scimmie e guerre.

Parlano di uomini e topi. I topi stanno a Bansky come le ‘lattine di Campbell’s ad Andy Warhol’.

Il topo assume per l’artista una dimensione metaforica ‘ Esistono senza permesso, odiati, braccati e perseguitati, vivono in una tranquilla disperazione nella sporcizia ma sono in grado di mettere in ginocchio l’intera civiltà, loro potrebbero sopravvivere all’olocausto nucleare , noi no, si muovono in luoghi improbabili proprio come noi graffitisti sempre pronti a scappare dalle guardie che ci inseguono’.

Raccontano di scimmie e consumismo in un’alternanza di opera satiriche, tristi e dissacranti. Degli schiaffi in faccia alla società e agli uomini che di essa sono gli interpreti. Di impatto la sua scimmia agghindata come la Regina Elisabetta d’Inghilterra.

 

Tutte le opere sono realizzate su superfici visibili pubblicamente. Non sono da lui vendute ma solo da banditori d’asta che le trattano sul posto lasciando all’acquirente il problema della rimozione.

Ma non solo per questo modus operandi l’artista sorprende il mondo. Poco tempo fa una delle sue opere più famose, la ‘Bambina con il palloncino’ si è autodistrutta ad un’asta di Sotheby’s.

 

Un vero e proprio mistero spiegato subito dopo dallo stesso artista attraverso un video postato sui social. "Alcuni anni fa, ha raccontato Bansky, ho costruito segretamente un distruggi-documenti in un dipinto".

Le immagini mostrano le mani, probabilmente dello stesso artista, che inseriscono le lame di una taglierina nella cornice di legno presentata all'asta come un "un elemento integrante dell’opera scelta dallo stesso Banksy". Nessuno però avrebbe mai immaginato che al suo interno ci fosse una "sorpresa".

 

Sorprese che certo non mancano mai nel percorso artistico di Bansky, artista, politico e attento lettore delle devianze della nostra società.

Un writer che sta lasciando nel mondo una traccia davvero significativa.

 

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    bansky mudec milanowriters


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