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Amore, morte e rock'n'roll: le ultime ore di 50 rockstar. Retroscena e misteri

Scritto come un noir, l'ultimo libro di Ezio Guaitamacchi presenta retroscena, curiosità, aneddoti e tesi alternative pur documentate con puntualità e rigore

Amore, morte e rock and roll: le ultime ore di 50 rockstar

"La liaison tra amore e morte, nell’arte e nella musica, non è stata soltanto un romanzo criminale". Laurie Anderson una volta ha detto che “la morte serve a farci capire quanto amore ci ha legati alla persona scomparsa”. E la sua favola artisticosentimentale con Lou Reed, con tanto di drammatico finale, è proprio lì a testimoniarlo.

"Piene di leggende e di eccessi, stravaganti, oltraggiose, sconsiderate e rischiose, le vite delle rockstar sono spesso andate oltre le più sfrenate fantasie da sceneggiatura hollywoodiana. Purtroppo, anche le loro morti sono state a volte frutto di circostanze drammatiche, di coincidenze incredibili, di eventi imprevedibili. E, quasi sempre, sono rimaste circondate da un alone di mistero che ha dato vita a mille speculazioni".

Questo libro raccoglie una serie di storie, raggruppate per tipologia di "crimine", che raccontano le ultime ore di 50 stelle del rock. Piene di leggende e di eccessi, stravaganti, oltraggiose, sconsiderate e rischiose, le vite delle rockstar sono andate spesso oltre le più sfrenate fantasie tipiche di una sceneggiatura hollywoodiana. Purtroppo, anche le loro morti sono state a volta frutto di circostanze drammatiche, di coincidenze incredibili, di eventi imprevedibili. E, quasi sempre, sono rimaste circondate da un alone di mistero che ha dato vita a mille speculazioni.

L'autore

Ezio Guaitamacchi

Milanese e milanista, viaggiatore e tennista, scrive LifeGate, Ezio Guaitamacchi nella vita fa tante cose divertenti: è giornalista musicale, autore e conduttore radio/tv, scrittore, musicista, docente e performer. Quando non dirige il mensile JAM, non trasmette sulle onde di LifeGate, non insegna al CPM, non scrive un saggio sul rock o la rubrica “Dark Side” su XL, non è sul palco o davanti a una telecamera a raccontare i suoi “RockFiles”, legge gialli e biografie di rockstar, guarda Fox Crime o i documentari di History Channel. Ha pubblicato una quindicina di saggi sul rock.

Editore: Hoepli

Anno edizione: 2020

Pagine: 346

Formato: Brossura

EAN: 9788820399504

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cover Amore Morte & Rock n Roll b
 

Amore, morte e rock'n'roll: le ultime ore di 50 rockstar, Ezio Guaitamacchi per Hoepli editore

Tra il trionfo e l'abisso

Di Enrico Ruggeri

Qual è il prezzo da pagare per essere consegnati all’immortalità, per entrare nella ristretta cerchia delle leggende del rock? A questa domanda se ne aggiunge un’altra: è veramente impossibile condurre un’esistenza che abbia un barlume di serenità quando la vita ti scaraventa nel centro della scena?

Attorno alle risposte ruota un affascinante e inquietante ginepraio di suggestioni e misteri, aneddoti ed eventi che hanno segnato la Storia, tra fascinazione e vite meravigliosamente sciagurate. Tutti i personaggi dei quali leggerete hanno un punto in comune: hanno sofferto le pene dell’inferno. Un’analisi superficiale ci porterebbe verso un’altra domanda: com’è possibile che dei veri e propri eroi, consapevoli di esserlo, ricchi, famosissimi, viziati e coccolati, non siano stati capaci di fare ordine nel caleidoscopio della loro anima?

Qui la risposta è più semplice: quel tipo di successo, soprattutto in anni nei quali i musicisti erano guide spirituali in odore di divinità, provoca traumi a volte più profondi delle disgrazie! La paura di non essere all’altezza della situazione, l’obbligo di tener fede agli impegni, magari tra tour massacranti e notti in studio a registrare, può trasformarsi in angoscia, in furore, in depressione.

Per contro, spesso quelle rockstar accarezzarono la terribile convinzione di essere immortali non solo spiritualmente, ma anche fisicamente: troppo forte diventava la tentazione di ricorrere a un aiuto esterno, ed ecco comparire sulla scena le bottiglie di whisky, la cocaina per sopportare la fatica e correre sempre a pieni giri, o l’eroina per ritrovare la pace perduta, fino agli psicofarmaci, disperato espediente per mettere ordine e magari riposare lontani dall’angoscia che sale. In quei decenni leggendari i protagonisti vivevano una realtà parallela: i loro rapporti con la vita e con le altre persone erano, per forza di cose, inquinati dal ruolo che ricoprivano, tra donne che si innamoravano di un’icona e non di un essere umano, amici compiacenti e quasi sempre desiderosi di brillare di luce riflessa e manager interessati al profitto più che alla salute fisica e spirituale dei loro assistiti.

Ecco, allora, un meraviglioso campionario di gloria e perdizione, di trionfi pubblici e fallimenti privati, tra gli irripetibili momenti leggendari di una stagione che verrà ricordata per sempre, con una conclusione e una morale ben precisa: il grande artista è fragile per definizione, troppo sensibile per vivere una vita normale, sempre in bilico tra il trionfo e l’abisso. Forse, dopo averli conosciuti più da vicino, li ameremo ancora di più: il loro dolore, il loro male di vivere, hanno trasformato queste anime nobili e malate in angeli che, uscendo dall’Inferno, ci hanno regalato un Paradiso di emozioni grazie alle quali siamo diventati persone migliori.

Love is the key

Di Pamela Des Barres

Un giorno, durante una seduta, io e il mio guru abbiamo evocato lo spirito di Jimi Hendrix… improvvisamente, Jimi è apparso con la sua chitarra. “In vita, ho fatto tutto quello che ho potuto”, ha detto, “ho lasciato scorrere l’energia vitale dal plesso solare verso l’esterno. Poi è venuto il momento di andarmene”.

Spero non mi prendiate per pazza, ma quella visione ha aperto il mio di plesso solare... perché tuttora credo che quello che mi ha rivelato lo spirito di Jimi sia valido per la maggior parte degli artisti protagonisti delle storie raccolte in questo libro. Sono infatti convinta che l’anima sia eterna e che il nostro passaggio su questa Terra sia stato programmato con uno scopo preciso. Per questo ritengo che un certo stile di vita sia alla fine affare nostro: lo decidiamo noi e ci prendiamo la responsabilità dei nostri comportamenti. Negli anni Sessanta e Settanta non esistevano i rehab, la medicina e la psichiatria non erano ancora in grado di curare alcune patologie di cui hanno sofferto molte rockstar.

Uno come Keith Moon, che ho conosciuto bene anche intimamente, oggi verrebbe diagnosticato come persona affetta da disturbo bipolare – e come tale assistito. Ma, anche per lui, vale lo stesso discorso fatto per Jimi Hendrix. Questi artisti hanno dato tanto perché hanno generosamente messo la loro arte a disposizione del mondo. E questo è stato un grande atto d’amore. Anche se, o forse soprattutto, la totale devozione alla musica è stata la loro primaria espressione d’amore pur avendo, al proprio fianco, compagne e compagni che hanno amato e da cui sono stati sinceramente ricambiati al di là di egoismi e insicurezze.

Alcune di queste storie d’amore, come spiega bene Ezio nel libro, sono state talmente intense, monopolizzanti e “malate”, da portarli addirittura alla morte: penso a Jim Morrison e Pamela, a Sid e Nancy, a Kurt e Courtney, a Ian Curtis e Debbie e a tanti, tanti altri. Non è facile essere la compagna o il compagno di una superstar. Eppure, nonostante in quegli anni la posizione della donna fosse molto diversa da quella odierna, non mi sono mai sentita sottomessa, soggiogata o addirittura plagiata dalle rockstar con cui sono stata insieme.

Mi consideravo una femminista ante litteram, una ragazza che faceva ciò che voleva. Ma che si sentiva devota a quei musicisti e alla loro arte. La loro musica mi ha toccata in modo profondo, oserei dire “spirituale”. E questo sin dall’inizio, da quando – cioè – ero poco più che una bambina e mi sentivo rapita da Elvis, dai Beatles o dai Rolling Stones. Per questo, successivamente, ho fatto di tutto pur di conoscerli, per poter entrare a far parte di quell’universo di geniale creatività.

Sono stata fortunata ad aver vissuto un’epoca che considero una sorta di secondo Rinascimento delle arti. E sono orgogliosa di non essermi accontentata di fare soltanto la fan che se ne stava seduta in platea a contemplare i suoi idoli. Ma, piuttosto, di aver avuto il coraggio di entrare in contatto con loro, abbeverandomi del loro talento. D’altronde, il primo album dei Beatles pubblicato in America si chiamava proprio Meet The Beatles… e dunque li volevo incontrare, perché avevo capito che non erano degli dei, ma che “esistevano” veramente, che quegli artisti capaci di farmi sognare erano esseri umani, in carne e ossa.

In più, erano pure fighissimi e noi eravamo giovani fanciulle piene di ormoni. In realtà, noi groupie volevamo solo condividere la nostra vita con i musicisti che adoravamo. Il termine “groupie” ha poi avuto un’accezione sessuale, perché molte di noi hanno avuto rapporti intimi con quegli artisti. Ma quella era l’epoca del libero amore e tutti avevano rapporti con tutti.

Robert Plant ha dato una bella definizione di noi groupie; ci ha chiamate “wives on the road” perché, è vero, noi eravamo le “mogli” che li seguivano in tour. Questo era il nostro amore… lo stesso che, da tanti anni, dimostra Ezio per il suo lavoro e per questa straordinaria forma d’arte e cultura chiamata rock ‘n’ roll.