Marketing

Marketing musicale: i 15 errori più gravi della storia, da Sanremo ai Beatles

Di Lorenzo Zacchetti

Il talento non basta: anche i migliori artisti possono commettere gravi errori sul piano commerciale, comunicativo e del management

6) Il dynamic pricing e i concerti inarrivabili

Da tempo in voga negli Stati Uniti, il dynamic pricing è una sorta di estremizzazione della legge di mercato: più sale la richiesta per un certo evento, più sale il prezzo del biglietto (o scende in caso contrario). Questo comporata che il costo si modifichi in tempo reale, anche tra il momento in cui scegliete il biglietto del concerto che sognate e quello in cui ne completate l'acquisto in Rete. Un meccanismo identico a quello dei biglietti aerei, che chiunque ha sperimentato comprandoli su Internet. Il problema è che nell'era della musica digitale gli show dal vivo sono diventati la principale fonte di incasso per gli artisti, i quali partono da prezzi già piuttosto alti e con questo meccanismo arrivano facilmente a chiedere ai fan alcune migliaia di dollari per un solo biglietto. Partecipare a uno spettacolo dal vivo sta diventando un'esperienza sempre più per pochi. C'è chi lo considera un'evoluzione inevitabile e chi invece ritiene che in questo modo le stelle della musica si siano messe sullo stesso piano dei bagarini, con il concreto rischio che a medio-lungo termine anche la loro popolarità precipiti allo stesso livello.

 

 

5) In quel ritornello c’era un po' troppa Verve

Nel 1997 il brano “Bittersweet Symphony” regalò ai Verve una popolarità planetaria, che dura ancora oggi. Nella canzone è contenuto il campionamento di alcune parti del brano dei Rolling Stones “The last time”. Precisamente, Richard Ashcroft lo ha pescato dalla versione orchestrale contenuta nell’album “The Rolling Stones songbook”, pubblicato da Andrew Loog Oldham nel 1966 (PUOI ASCOLTARLA QUI). Per mettersi al riparo da ogni causa, Ashcroft ha diviso al 50% i diritti d’autore con gli Stones, che quindi nel corso del tempo si sono messi in tasca alcuni milioni di dollari. Tuttavia, l’azione legale è arrivata lo stesso, in quanto si contestava che i Verve avessero utilizzato un sample più lungo di qualche secondo rispetto a quelli concordati. Per oltre vent’anni si è combattuta un'aspra guerra in tribunale, che si è risolta solo nel 2019, quando Jagger e Richards hanno deciso di rinunciare a ogni pretesa, lasciando che Ashcroft fosse riconosciuto come unico autore da quel momento in avanti. Chi ha avuto, ha avuto. Chi ha dato, ha dato.