Marketing
Natuzzi, "Non sulla mia pelle": la campagna per il made in Italy
Da anni Natuzzi spinge per il rispetto delle regole e la responsabilità sociale. Ma spesso un'immagine può più di decine di appelli. "Non sulla mia pelle" è una campagna pensata per comunicare come il fenomeno della concorrenza sleale sia un danno per le imprese che rispettano le regole, lo Stato e i consumatori.
Oltre alle numerose interviste rilasciate nel corso degli ultimi cinque anni sui più importanti media nazionali e locali, nel 2012 Pasquale Natuzzi, durante un’audizione alla Commissione Bilancio della Camera, dichiara: “La concorrenza sleale sta non soltanto minando la nostra azienda ma l'intero territorio che noi abbiamo costruito con tanta cura e che sta diventando una seconda Prato". A dicembre del 2013, scrive una lettera aperta a Giorgio Napolitano per denunciare come in una parte considerevole dell’ex distretto tra Puglia e Basilicata esistano fenomeni del tutto analoghi a quelli di Prato e fa un appello alla politica affinché si adoperi per ripristinare le regole di una corretta concorrenza.
Dietro la finta convenienza di un divano in pelle offerto a prezzi stracciati, c’è un modello di business fondato sul sommerso, sullo sfruttamento, sull’evasione fiscale e contributiva. Un business fondato sulla pelle dei lavoratori, delle imprese oneste, del Paese e degli stessi consumatori, spesso inconsapevoli.
La fotografia che rappresenta la campagna è stata affidata a Gianni Troilo, Matteo Tranchellini e all’agenzia Proforma di Bari.