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Armani cerca un socio italiano, ma niente Borsa: ipotesi Remo Ruffini o Exor
Lo stilista ha confermato di voler passare la maggior parte del business ai nipoti Roberta e Silvana Armani e Andrea Camerana, nonché a Leo Dell'Orco
Armani sta valutando una “liaison con un’importante azienda italiana”, non per forza del settore moda: a dirlo è stato lo stesso stilista in un'intervista rilasciata a Vogue America, escludendo però una quotazione in Borsa.
Restare indipendente non è più “così strettamente necessario”, ha dichiarato re Giorgio, e tra i potenziali interessati all’iconico marchio si parla già di Remo Ruffini, patron di Moncler, che nel dicembre scorso ha acquistato il marchio di abbigliamento da uomo Stone Island, ed Exor, che ha rilevato il 24% di Christian Laboutin e investito con Hermès 80 milioni di euro in Shang Xia, marchio cinese del lusso .
Giorgio Armani ha poi confermato di voler passare la maggior parte del business ai tre nipoti Roberta e Silvana Armani e Andrea Camerana, oltre che a Leo Dell’Orco, suo storico braccio destro. Mentre tra i progetti futuri continua a non esserci la Borsa.
Armani è stato fin da subito sensibile alla pandemia da Covid-19, sia chiudendo tra i primi la sua sfilata durante la fashion week milanese del 2020, sia prodigandosi con donazioni a ospedali ed enti benefici e spostando parte della produzione sui camici medici.
I ricavi netti del 2019 di Armani si sono attestati poco sotto i 2,2 miliardi di euro, in rialzo del 2,3% sul 2018, con un ebitda in crescita molto più decisa, a 509 milioni di euro (24% dei ricavi) dai circa 334 dell’anno precedente (16%). Bene le vendite a perimetro costante (+7%) nella rete di negozi e nell’e-commerce a gestione diretta. I ricavi indotti, includendo le licenze, sono balzati invece del 9% a 4,157 miliardi.