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Ascolti tv, Cesarano (Mediaset): il successo di Ris e Distretto di Polizia? Quando nacquero...

Giordano Brega

Intervista a Daniele Cesarano, direttore fiction Mediaset: Don Matteo, Distretto di Polizia e Ris quando sono nati non erano visti come prodotti di punta

Il segreto del successo di una fiction a livello di ascolti tv? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Daniele Cesarano al direttore delle Fiction di Mediaset (Head of Drama di Mediaset). "Non c'è un algoritmo, non c'è una regola che ti può dire qual è il segreto quando fai un prodotto per avere successo. Fondamentalmente non annoiare, per cui intrattenere, emozionare..."

Però la regola non c'è...
"Ogni volta è una scommessa. Tutti i prodotti che hanno avuto successo nella storia delle fiction erano giudicati così e così. Se prendiamo i due capisaldi 'Don Matteo' e 'Distretto di Polizia' quando sono nati non erano visti come prodotti di punta. Quando abbiamo fatto 'Ris' ci abbiamo messo un po' a mandarlo in onda, perchè non era visto come un prodotto che avrebbe sfondato. Se uno conoscesse il segreto del successo lo replicherebbe sempre"

Una fiction di successo e regina negli ascolti tv targata Mediaset è certamente l'Isola di Pietro, partita subito bene con la terza stagione (14.6% di share e quasi 3 milioni di spettatori).

Una serie forte trainata da un big del calibro di Gianni Morandi. La nuova stagione "è un bel prodotto con una storia molto emozionante. Molto calda e accogliente per tutto il pubblico. E' c'è anche la dimensione appassionante di scoprire il giallo. Fondamentalmente l'Isola di Pietro è un 'luogo' dove uno ha voglia di stare. Con dei personaggi, degli attori con cui ha voglia di stare"

La differenza tra la fiction per una generalista come Mediaset e quella per una on demand stile Netflix...
"C'è una linea di demarcazione ma è sempre più labile. La stessa Netflix ha un bouquet di prodotto molto largo e generalista. Non è così netta la differenza con una tv lineare come può essere Mediaset o Rai. Ci sono delle regole d'ingaggio diverse, ma sono molto tecniche. Le piattaforme online vivono molto sull’offerta binge, sul 'tenerti lì'. Tant'è che loro hanno progressivamente ridotto il numero degli episodi di produzione".

La tv generalista invece...
"Ha una visione lineare di settimana in settimana ha bisogno di un tipo di passo, racconto, consuetudine e fidelizzazione diversa. Dal punto di vista drammaturgico le tv streaming un tipo di racconto verticale tendono a non farlo perché per loro il 'binge', il 'gancio' a fine puntata... il vedere quella dopo e quella dopo ancora... è prioritario. Per una tv free c'è uno spazio per un tipo di racconto dove tu puoi consumare il racconto e aspettare la settimana successiva. Per cui dei prodotti, ad esempio, che hanno una forte adrenalina nel racconto e nel passo del racconto tendono a essere penalizzati dalle tv free visto che il pubblico è abituato ad averli su tutti e subito. Mentre un racconto che vuoi vederlo, ma non hai un'urgenza e puoi aspettare una settimana lo puoi ancora consumare su una tv free. Su una piattaforma è più complicato perché c'è il rischio che lo spettatore vede un'altra cosa e perde quel prodotto"