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Ascolti Tv: nella sera della Crisi, La7 fa servizio pubblico e Rai1 latita

Marco Zonetti

Il Governo minaccia di cadere e la Rai non riesce ad approntare un programma di approfondimento in prima serata. E Urbano Cairo ne profitta

Parigi, 15 aprile 2019, tardo pomeriggio. La Cattedrale di Notre-Dame brucia e le fiamme divampano minacciando di distruggere uno dei più noti simboli di Cristianità. Il Tg1, prontissimo, realizza con minimo preavviso uno speciale in prima serata condotto impeccabilmente da Francesco Giorgino, con il contributo di alcuni inviati nella capitale francese tra cui Stefano Ziantoni. Il Servizio Pubblico sfodera le sue armi e, malgrado le difficoltà di organizzare collegamenti con una Parigi sotto shock per l'incendio di uno dei suoi monumenti più rilevanti, riesce a confezionare un programma di approfondimento coi fiocchi.

Roma, 7 agosto 2019. Per tutta la giornata si è discussa in Senato la questione Tav, con crisi di Governo  minacciata da parte di Matteo Salvini e caos nella maggioranza. I cittadini s'interrogano sul fato dell'Esecutivo, ma i molti che sperano in un approfondimento in prima serata con ospiti in studio sull'Ammiraglia Rai pagata dal canone rimangono a bocca asciutta.

Come già sottolineava il solito Michele Anzaldi l'anno scorso: i telespettatori che la sera vogliano informarsi su ciò che accade politicamente a Palazzo Chigi e in Parlamento (e quindi in Italia) sono costretti da tempo a rivolgersi non a Rai1, bensì a La7. Ieri, infatti, in prima serata, David Parenzo e Luca Telese nel loro In Onda Estate discutevano con gli ospiti in studio della minacciata crisi di Governo, mentre su Rai1 si assisteva a un documentario di Superquark sulla dura lotta dei pinguini e dei licaoni per la sopravvivenza.

L'elemento decisamente "esilarante" è che, fra gli ospiti di Parenzo e Telese, era annoverato lo stesso conduttore del Tg1 Francesco Giorgino, che tanto professionalmente e magistralmente aveva condotto lo speciale sull'incendio di Notre-Dame preparato in quattro e quattr'otto, e che ieri era invece prestato al canale di Urbano Cairo per disquisire sui guai della maggioranza Lega-M5s.

Era così difficile, per Rai1 e il Tg1, preparare per la prima serata (ovvero il momento nel quale tantissimi italiani s'interrogavano sulle sorti del Governo, con Salvini reduce da un colloquio con Giuseppe Conte e diretto a un comizio a Sabaudia) un dibattito su temi politici che vengono discussi da giorni e giorni? Possibile che la testata giornalistica più importante d'Italia sia riuscita ad approntare in men che non si dica un programma sull'incendio di una cattedrale a Parigi e, per una minacciata caduta dell'Esecutivo, non riesca a invitare quattro o cinque  dei soliti notisti e commentatori politici prezzemolini e prezzemoloni in uno studio televisivo e farli interrogare da un giornalista del telegiornale nazionale, magari lo stesso Giorgino? Perché quest'ultimo deve invece migrare da Parenzo e Telese, portandosi dietro una fetta di telespettatori che pagano il canone anche per essere informati dalla Rai stessa? A Viale Mazzini ritengono forse che i venti minuti di approfondimento di Tg2 Post in onda dopo il notiziario delle 20.30 sulla Seconda rete bastino a saziare la sete d'informazione dei telespettatori in momenti convulsi come quello di ieri?

Possibile che per un improvviso incendio a Notre-Dame si riescano a organizzare miracolosi collegamenti Oltralpe in diretta e per una crisi di Governo (di cui si discute da tempo) il TG1 non riesca ad assolvere il suo ruolo di Servizio Pubblico in tempo reale, lasciando sempre questo "onere" a La7 di Urbano Cairo? Naufragato lo scorso inverno - per liti tra grillini e leghisti in seno a Viale Mazzini sul nome di Maria Giovanna Maglie - il progetto di uno spazio di approfondimento immediatamente successivo al notiziario delle 20.00, l'informazione serale sull'Ammiraglia Rai continua ahinoi a latitare, minacciando di estinguersi definitivamente come i pinguini e i licaoni di Piero Angela.