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Demi Moore, ai Golden Globe la vittoria dell'attrice, la rinascita della Donna

Il riconoscimento come miglior attrice in "The Substance" è la ciliegina sulla torta di una nuova, straordinaria, vita e donna

di Valentina Biffi

Demi Moore, ai Golden Globe la vittoria dell'attrice, la rinascita della Donna

"Non è mai finita finché non è finita", recita un detto molto in voga negli Stati Uniti. A 62 anni, al culmine di una carriera (e di una vita) sulle montagne russe, Demi Moore conquista il primo riconoscimento cinematografico ricevendo il Golden Globe come Miglior attrice protagonista per il body horror The Substance di Coralie Fargeat. Un traguardo che arriva 30 anni dopo la prima candidatura, per Ghost. Decenni in cui però Demi Moore ha sempre vissuto in un angolo, stretta da quella figura di "bella" (più che breva) e più adatta al mondo dei rotocalchi che alla camera da presa.

Eppure, sono stati numerosi i ruoli memorabili interpretati da Moore, rimasti chiari nella memoria collettiva. Ripensando alle scene più iconiche del cinema hollywoodiano, ne ricordo almeno tre, indimenticabili che la vedono protagonista:

Molly tra le braccia di Sam (Patrick Swayze) mentre modellano romanticamente l'argilla al tornio, accompagnati dalle note di "Unchained Melody" dei Righteous Brothers, in Ghost (1990). Lo spogliarello provocante e sensuale di Erin Grant, madre determinata che si esibisce in un night club per guadagnare denaro e ottenere la custodia della figlia, in Striptease (1996). Jordan O'Neil, la prima donna ammessa in un programma di addestramento delle forze speciali Navy SEAL, che si rasa i capelli a zero in G.I. Jane (1997). Un gesto potente che simboleggia la rottura degli stereotipi di genere e la determinazione a farsi accettare in un mondo dominato dagli uomini.

Nonostante il successo commerciale e la notorietà di questi ruoli, Demi Moore ha raccolto poco, spesso affrontando critiche controverse e una certa sottovalutazione della capacità artistica. Un destino simile a quello di Leonardo Di Caprio, che ha dovuto attendere 11 anni dalla sua prima candidatura a un Golden Globe (nel 1993 per Buon compleanno Mr. Grape) prima di essere premiato con The Aviator nel 2004. Senza contare il suo Oscar, arrivato solo nel 2016 per The Revenant, dopo ben cinque nomination senza vittoria.

Hollywood, si sa, è una macchina complessa, dove spesso il talento viene schiacciato dalla vita privata e dalla capacità di alimentare il gossip. La carriera di Demi Moore è stata spesso intrecciata con la sua vita sentimentale, diventando oggetto di speculazioni mediatiche, soprattutto a causa delle sue relazioni e dei suoi matrimoni con uomini famosi.

Il matrimonio con Bruce Willis, durato dal 1987 al 2000, è stato uno dei più seguiti degli anni '90. La coppia ha avuto tre figlie e, nonostante il divorzio, è rimasta in ottimi rapporti. Moore continua a essere presente nella vita di Willis, sostenendolo anche durante la sua battaglia contro la demenza frontotemporale, insieme alla sua attuale moglie Emma Heming Willis e ai loro figli.

Nel 2005 è poi arrivato un altro matrimonio, questa volta con Ashton Kutcher, durato otto anni. Anche la loro relazione ha suscitato grande interesse mediatico, soprattutto per la differenza di età tra i due, di 15 anni. I media hanno così enfatizzato l'immagine di Moore come una "cougar", etichetta che lei ha affrontato con determinazione. Anche il loro divorzio ha fatto scalpore, complici i rumors di tradimenti da parte di Kutcher.

Non sono mancati, inoltre, momenti difficili nella vita personale. Moore ha lottato contro problemi di dipendenza e disturbi alimentari, affrontati apertamente nell'autobiografia, Inside Out (2019). I media hanno anche speculato sul suo aspetto fisico e sugli interventi di chirurgia estetica, alimentando dibattiti sull'invecchiamento tra le stelle di Hollywood.

Non sorprende, quindi, che proprio lei sia stata scelta per interpretare la protagonista di The Substance. Nel film, Moore veste i panni di Elisabeth Sparkle, una celebrità televisiva del settore fitness che, dopo essere stata licenziata a causa dell'età, assume una droga sperimentale in grado di creare una versione più giovane di sé stessa. Questo evento innesca conseguenze inaspettate e inquietanti, esplorando temi come l'ossessione per la giovinezza e la pressione sociale sull'aspetto fisico delle donne.

Con questa interpretazione, Demi Moore non solo ha ottenuto il meritato riconoscimento come attrice, ma ha anche riaffermato il proprio talento e la capacità (non da tutti) di affrontare tematiche complesse e attuali, dimostrando che il suo posto a Hollywood è più solido e meritato che mai.

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