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Gian Antonio Stella da anti-casta a "castista"?
Gian Antonio Stella e la memoria corta sull'Ambiente
Gian Antonio Stella è diventato famoso per un libro scritto insieme a Sergio Rizzo, La Casta. Così i politici italiani sono divenuti intoccabili, che fece epoca e divenne, di fatto, il manifesto dell’antipolitica aprendo addirittura un nuovo (e fortunato editorialmente) genere letterario che vende tuttora cifre astronomiche di libri.
Ma il destino, come noto, ha un profondo senso dell’ironia ed ora al governo ci sono proprio i Cinque Stelle che sono coloro i quali hanno incarnato pienamente la protesta anti-casta di cui Stella è stato il padre putativo.
Nel frattempo però, Gian Antonio non è più così assatanato contro la casta o meglio, sempre per quella storia dell’ironia, diciamo che è molto critico proprio con quel governo che, come detto, è vessillifero convintissimo dell’”anticastismo”.
Desta quindi meraviglia il tono che Stella ha utilizzato nell’editoriale di domenica scorsa dalla prima pagina del Corriere della Sera sul “prendersi cura del Paese”. Gli intenti per carità, sono nobilissimi e del tutto condivisibili. L’Italia è un Paese ad alto rischio idrogeologico e nei decenni passati poco o niente è stato fatto per porre rimedio a tematiche assolutamente strutturali. Stella se la prende con tutti i politici di ogni colore e risma, ma dimentica stranamente che proprio Matteo Renzi con “#Italiasicura” guidata da Erasmo D’Angelis aveva promesso molto, anzi moltissimo, realizzando però poco anzi pochissimo, visto che le catastrofi sul nostro territorio sono continuate ad abbattersi come e più di prima.
E sulle catastrofi non si scherza perché la gente ha una memoria, come si suol dire, di elefante.
Ne avevo scritto qui:
Gian Antonio Stella, nel suo editoriale, non cita però la pessima conduzione del Ministero dell’Ambiente fatta prima da Andrea Orlando e poi da Gian Luca Galletti nella scorsa legislatura e non parla soprattutto e per contrappunto, delle tante cose positive fatte in così poco tempo dal nuovo ministro dell’Ambiente Sergio Costa, tra cui il rilancio della lotta ai cambiamenti climatici che vede ora l’Italia in prima fila nel mondo e il rinnovo della Commissione di Valutazione di impatto Ambientale, “bloccata” da più di un decennio proprio sotto i ministri Pd e similari. Anche di questo Affari si è ampiamente occupato tempo fa:
Sergio Costa, che è anche generale dei Carabinieri, è stato scelto proprio da Luigi Di Maio per la sua efficientissima campagna condotta contro le discariche abusive nella Terra dei Fuochi, una delle poche iniziative della Storia della Repubblica, condotta peraltro a livello amministrativo e non ministeriale (e quindi con poteri limitati,) che hanno segnato un vero e proprio cambio di mentalità nella lotta alle ecomafie.
Ma il giornalista del Corriere, divenuto nel frattempo un critico appassionato (ma non appassionante) di Beppe Grillo e del suo Movimento, non ce l’ha solo con l’ambiente e critica un po’ tutto, compreso anche il reddito di cittadinanza.
Tornando a quella storia dell’ironia soprasensibile è veramente divertente vedere come il padre dell’anticasta sia poi prontamente divenuto uno dei più critici di chi quanto da lui divinato ha realizzato nel concreto.