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Giovanna Botteri: C'era una volta in America

Giuseppe Vatinno

Giovanna Botteri dopo più di dieci anni trasferita da New York a Pechino

Forse ce l’hanno fatta.

Giovanna Botteri (200.000  dollari più benefit), dopo più di dieci anni di soggiorno nella sede più prestigiosa del mondo, New York, sarà sbolognata a Pechino.

Quindi dalle comodità della città più famosa del mondo alle rigidità comuniste di Pechino che comunque la Botteri, dichiaratamente di sinistra, dovrebbe gradire.

La Rai sembra finalmente aver dato il benservito alla Botteri che da quando il Presidente Usa Donald Trump è stato eletto non perde occasione per attaccarlo dagli studi newyorchesi, specificatamente sulla vicenda Russiagate.

Ed ora che la bolla mediatica intorno al Presidente Usa si è sgonfiata la Rai è stata lesta a presentarle il conto cogliendo, fra l’altro, una occasione irripetibile.

Infatti i collegamenti della Botteri soprattutto in Linea Notte di Maurizio Mannoni travalicavano spesso la normale cronaca per mostrare apertamente un fastidio ed una insofferenza che la reporter covava contro Donald Trump e che estrinsecava con un sorrisetto che non deve essere molto piaciuto agli americani, ma anche a tutti quegli italiani che ogni giorno si devono sorbire il sermoncino anti - sovranista in salsa radical -chic e in più pagargli il lauto stipendio.

Ne ho parlato in tempi non sospetti qui:

http://www.affaritaliani.it/mediatech/giovanna-botteri-i-suoi-problemi-con-trump-563866.html

http://www.affaritaliani.it/mediatech/giovanna-botteri-la-sua-personale-guerra-contro-trump-553137.html

Come non ricordare gli elogi sperticati agli inutili orticelli di Michelle Obama o il dispiacere non represso per la mancata vittoria di Hillary Clinton?

Al suo posto dovrebbe andare Claudio Pagliara.

L’ ad Fabrizio Salini starebbe pensando ad una sede Rai a Washington affiancata o in sostituzione a quella di New York.