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Gli algoritmi di Facebook e Google nel mirino dell'Ue
La Commissione si prepara, entro il 2017, ad aprire un'indagine sugli algoritmi di social e motori di ricerca. Angela Merkel: "Devono essere pubblici"
La Commissione europea starebbe vuole fare luce sugli algoritmi di Facebook, Google e Twitter. Lo riporta il sito Euractiv, secondo il quale l’indagine partirà a metà 2017 e durerà due anni.
Da tempo l'Europa ha alzato la guardia sulle multinazionali del web, dal punto di vista fiscale ma non solo. Mettere gli occhio sugli algoritmi significa ispezionare il funzionamento profondo di motori di ricerca e social network. L'esigenza di trasparenza nasce proprio dal loro peso crescente. Posizionarsi tra i risultati di Google e comparire nel Newsfeed di Facebook non decreta la vita o la morte di business ma di certo ne influenza il successo. Fino a ora senza avere spiegazioni sul loro funzionamento (che essendo basato su codici proprietari deve pur essere tutelato).
Angela Merkel, che non guida la Commissione ma ha comunque grande influenza, ha sottolineato che “gli algoritmi devono essere resi pubblici perché ogni cittadino deve saper rispondere alla seguente domanda: che cosa influenza il mio comportamento su internet e quello degli altri? Se gli algoritmi non sono trasparenti possono distorcere la nostra percezione, oltre a condizionare il nostro approccio all'informazione".
Proprio la campagna di Trump, per citare il caso più recente, ha fatto sorgere alcuni dubbi sulla trasparenza degli algoritmi e sulla possibilità di manipolazione. Alcuni dipendenti di Facebook hanno accusato Mark Zuckerberg si aver ordinato di penalizzare “manualmente” i post inneggianti al candidato democratico.