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I dipendenti votano il miglior ceo: vince Larry Page di Google
Ai dipendenti piace tech: Larry Page, ceo di Google, è il miglior amministratore dell'anno secondo i voti dei lavoratori. Non una sorpresa: Google aveva già ottenuto il premio di "best tech company to work" negli Usa. Page scalza dalla vetta Jeff Weiner di Linkedin, precipatato dal primo al dodicesimo posto. A completare il podio sono due manager non tech: Mark G. Parker (ceo di Nike) e Charles C. Butt (ceo di HEB). Nella classifica stilata da Glassdoor, però, la tecnologia domina: occupa 15 posizioni su 50. Il comparto resta quello con il rating più alto, anche se compie un passo indietro rispetto al 204, quando le imprese tecnologiche erano 20 su 50.
Quella di Page è una bella scalata: lo scorso anno era al decimo posto: i voti favorevoli dei dipendenti sono passati dal 93 al 97%. Weiner ha invece perso 7 punti percentuali e retrocede al sesto posto tra le tech company. Tra le imprese tecnologiche, è amatissimo anche Mark Zuckerberg (secondo nel tech e quarto nella graduatoria complessiva). Nella top ten anche Scott Scherr di Ultimate Software (quinto) e Tim Cook di Apple (decimo).
Ecco i 15 ceo tech più amati e la loro posizione nella classifica complessiva:
1 - Google: Larry Page, 97 percent approval
4 - Facebook: Mark Zuckerberg, 95 percent approval
5 - Ultimate Software: Scott Scherr, 95 percent approval
10 - Apple: Tim Cook 94 percent approval
11 -Expedia: Dara Khosrowshahi, 94 percent approval
12 - LinkedIn: Jeff Weiner, 93 percent approval
21 - Salesforce: Marc Benioff, 92 percent approval
22 - Yelp: Jeremy Stoppelman, 91 percent approval
33 - Cognizant Technology Solutions: Frank D’Souza, 91 percent approval
34 - CDW: Thomas E. Richards, 91 percent approval
35 - Infosys: Dr. Vishal Sikka, 91 percent approval
36 - Intuit: Brad Smith, 91 percent approval
39 - Intel Corporation: Brian M. Krzanich, 90 percent approval
47 - Adobe: Shantanu Narayen, 89 percent approval
48 - Airbnb: Brian Chesky, 89 percent approval
Spicca, oltre alla dominanza tecnologica (con quattro posti tra i primi dieci), l'assenza di donne tra i 50 ceo più amati. Nel 2014 ce n'erano due. La conferma di quel "gender gap" che fatica a ridursi anche tra le imprese più progredite al mondo.