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Stefano Bini su Rai2 con Il lato positivo: "Tanta gavetta ma devo dei grazie"
Dall’8 aprile su Rai2 Stefano Bini condurrà “Il lato positivo”, nuovo programma di buone notizie dal mondo: Affaritaliani.it l’ha intervistato in esclusiva
Se c’è una persona che trasmette in camera e dal vivo allegria ed entusiasmo, questa è proprio Stefano Bini. Classe 1985, sorprendentemente, ha già alle spalle vent’anni di tv, un ragazzo che sa cosa sia la vera gavetta.
Da giovedì 8 aprile, alle 23:30 su Rai2 e per quattro appuntamenti, conduce Il lato positivo, un programma che racconterà notizie positive dall’Italia e dal mondo, come storie di persone che ce l’hanno fatta. Branded content sponsorizzato da Ania e prodotto da Matteo Scortegagna, il programma ha tutte le carte in regole per diventare la striscia di buone notizie più apprezzata della tv italiana.
Affaritaliani.it intervista Stefano Bini, in un viaggio professionale tra passato, presente e futuro.
Tanta gavetta, per poi approdare in grandi aziende. Com’è avvenuto questo passo?
È avvenuto lentamente, com’è giusto che sia per arrivare pronti al passo di qualità. Gavetta in tv, radio e giornali locali. La mia grande fortuna è stata incontrare Antonio Sclavi, ex presidente Unicef Italia, che mi ha voluto per tre anni al suo fianco e da cui ho imparato tantissimo, dalla comunicazione scritta allo stare su un palco. Poi nel 2012 il trasferimento a Milano, tra il ruolo di documentarista a Domenica Live ed esperienze editoriali con la Mondadori. Ancora, a Roma per condurre Community su Rai Italia e autorare Parliamone Sabato per Rai1. Da questi passi, sta continuando il mio percorso.
C’è posto per tutti nel mondo dello spettacolo?
Da uomo di comunicazione, mi piace molto esprimere l’estro e questo l’ho manifestato sin da piccolo. Quando maestri e professori ti scelgono ogni anno come protagonista delle recite, quando già a vent’anni iniziano a dirti i primi “bravo”, quando incontri top manager che scommettono su di te, allora lì capisci che sei nato professionalmente per questo. In tv, come in radio o al cinema, ci deve essere spazio per chi ha passione, per i migliori e per chi ci crede sul serio, non per tutti. Chi aspira alla telecamera pur non sapendo fare nulla, dura fortunatamente una sola stagione. A volte di più, ma quelli sono casi a parte! Certe persone sviliscono il ruolo di autore, conduttore od opinionista che sia, quindi guardo sempre bene le squadre di lavoro che si vanno a creare. Il mio sogno, sin da bambino, era di fare televisione e si è realizzato. Non ho mai pensato di fare altro nella vita. Grande fortuna, ma anche bella sfida con me stesso.