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L'Europa verso l'adozione della fatturazione elettronica comunitaria
Conto alla rovescia per il 28 giugno, giorno in cui saranno pubblicati gli standard fissati dal CEN, l’ente di normazione che scrive e armonizza le norme tecniche in Europa, per l'introduzione negli Stati membri della fatturazione elettronica europea, che dovrebbe avere effetti positivi per tutte le pubbliche amministrazioni e le aziende del Continente, Italia ovviamente inclusa.
Effetti concreti
Per fare una stima concreta prendiamo come riferimento una recente rilevazione effettuata dall'Osservatorio del Politecnico di Milano, che ha studiato l'impatto della fatturazione elettronica svelando che il processo intero potrebbe generare fino a 65 euro di riduzione per ogni ciclo.
Un doppio standard per la fatturazione elettronica
Nel nostro Paese, come noto, questo sistema esiste già da alcuni anni, grazie anche agli strumenti sviluppati da società private come Danea, leader nazionale nella creazione di software per la fatturazione elettronica già adottati da un gran numero di enti e imprese; secondo quanto annunciato, il formato giù attualmente diffuso a livello nazionale e quello europeo andranno a convivere in maniera "pacifica".
Inizia l'era del modello europeo
Per la precisione, dal 28 giugno come detto comincia l’era della fattura elettronica europea: proprio in quella data il CEN pubblicherà gli standard, che entro la fine di luglio saranno poi approvati e pubblicati dalla Commissione Europea sulla Gazzetta Ufficiale europea. Manca ancora un mesetto, dunque, al momento in cui ogni Stato membro dell'Ue avrà 18 mesi per rispondere all’obbligo di recepimento per le Pubbliche Amministrazioni centrali, e 30 mesi invece per le Pubbliche Amministrazioni locali.
Incentivare il digitale
Il primo effetto concreto di questa manovra sarà che per la prima volta in Europa ci sarà un solo modo per fare fattura elettronica, a tutto vantaggio della semplificazione della gestione della fattura e con effetti positivi anche per promuovere e spronare il settore privato a usare il formato elettronico. D'altra parte, già negli anni passati l’Agenda Digitale Europea aveva individuato proprio nella fatturazione elettronica una delle principali leve per diffondere la cultura digitale nel mondo delle imprese e dei professionisti del Vecchio Continente, inserendola nei suoi meccanismi per efficientare i processi amministrativi e ridurre i costi di gestione.
La situazione in Italia
In ambito nazionale, in linea con il recente Piano Triennale per la digitalizzazione delle Pubblica Amministrazione in Italia, gli esperti ipotizzano che il formato Fatturala continuerà ed esistere, affiancato però dal nuovo formato comunitario EN16931-1. Il modello semantico comune infatti garantisce una interoperabilità e interpretazione univoca dei dati scambiati, con evidenti vantaggi e miglioramenti di gestione delle procedure anche verso soggetti extraeuropei.
Una fattura per tutti gli Stati membri
La norma europea EN16931-1 definisce appunto un modello semantico di dati degli elementi fondamentali di una fattura elettronica, che sarà utilizzato nell’ambito degli appalti pubblici in Europa a partire dal novembre del prossimo anno. Elemento chiave del processo sono i dettagli che regolano gli elementi di informazione “core” che permettono ad una fattura elettronica di garantire la conformità legale e fiscale in tutti gli Stati membri UE. Ma la fattura elettronica non si limiterà soltanto a questo aspetto.
Benefici per PA e aziende
Questa procedura prevede anche una serie di elementi di uso comune, che rendono migliore il collegamento con gli altri documenti del ciclo dell’ordine e della supply chain finance: ovvero, con la fattura elettronica europea sarà possibile dialogare con gli altri cicli aziendali come acquisti, fatturazione, consegna e pagamenti, con un risultato immediato (e tangibile) di risparmio gestionale (sia sul versante del tempo che su quello economico), grazie all’utilizzo di formati standard internazionali già individuati in una lista specifica, che permettono di scambiare fatture con soggetti anche al di fuori dell’Unione Europea.