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"Levalo sto frocio", dopo i fuori onda i partiti gay si ribellano a Michele Guardì
Il regista e autore della Rai, dopo i compromettenti fuori onda fatti emergere dalle Iene, finisce nel mirino dei partiti Lgbt+
I partiti pro Lgbt+ contro Michele Guardì: "Si dimetta"
I sostenitori del mondo Lgbt si scagliano contro Michele Guardì. Finito al centro della tempesta mediatica per dei vecchi fuori onda in cui veniva pizzicato mentre utilizzava espressioni volgari non proprio consone ad un luogo di lavoro, il personaggio Rai, autore de “I Fatti Vostri”, è finito nel mirino dei rappresentanti del Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale.
“Facciamo appello a Barbara Florida, presidente della Commissione di Vigilanza della Rai, di cui conosciamo la sua sensibilità contro le discriminazioni verso donne ed LGBT+, di intervenire affinché la Rai attui azioni disciplinari nei confronti di Guardì che, per quanto appreso, riteniamo non possa ricoprire più un ruolo apicale, anche se ci auguriamo che Guardì si dimetta di sua spontanea volontà”.
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Lo dichiara il portavoce Fabrizio Marrazzo. "Quanto riportato dal servizio delle Iene, evidenzia comportamenti di carattere patriarcale e padronali nella Rai, che ricordiamo è pagata anche con i soldi dei contribuenti”, sottolinea Marrazzo.
Ma non solo. Ad attaccare Guardì è anche Gay Help Line e Arcigay Roma. “ll linguaggio d'odio si basa su una cultura sessista, misogina e omotransfobica che non dovrebbe essere tollerata in nessun luogo. Preoccupa il fatto che venga consentito a chi ricopre ruoli di responsabilità, anche culturale e sociale, forse proprio in ragione di una posizione di potere. Preoccupa per gli effetti prevaricatori e intimidatori sulle persone nell'ambiente di lavoro, per il fatto che questi comportamenti siano stati agiti legittimando una minorazione e sessualizzazione delle donne, ma anche una stigmatizzazione delle persone omosessuali".
“Riteniamo essenziale un intervento sanzionatorio di questi comportamenti, che affermi il principio del rispetto delle identità sul posto di lavoro, perché il linguaggio d'odio non sia alla base di un escalation che troppo compromette la tutela dalle discriminazione e dalla violenza".
Rai, l'azienda apre audit su Michele Guardì
La Rai già nella giornata di ieri, mercoledì 29 novembre, ha dato mandato per l’apertura di un audit interno e di tutte procedure aziendali previste sui fatti che riguardano il regista Michele Guardi. La decisione è giunta dopo la messa in onda, martedì 28 novembre, su Italia 1, di un servizio contenente alcuni fuori onda del regista e sue dichiarazioni.