Rcs, botte da orbi sulla pubblicità: Cairo invoca la Consob
Botta e risposta tra le due cordate per promuovere la propria offerta. Ma Cairo non ci sta e accusa: "Informazioni scorrette"
Un risultato Urbano Cairo l'ha già raggiunto: ha costretto i soci storici di Rcs a fare mercato (anche) con la pubblicità. International media holding ha pubblicato un annuncio per convincere gli azionisti che la propria offerta è migliore.
A distanza di due giorni, sono infatti comparsi due spottoni a mezzo stampa. Il primo, pubblicato il 12 luglio, canta le lodi di Cairo, puntando sulla solidità del suo gruppo: “Ha distribuito dividendi per 153 milioni in 8 anni”. E giù a indicare i pregi dell'offerta, con azioni di Cairo Communications e una quota in denaro. Nel tono e nei modi, la pubblicità somiglia molto al suo promotore.
Il 13 luglio è stata la volta della cordata Bonomi. E qui la sorpresa aumenta, perché anche il secondo annuncio ha dovuto assumere toni da bancarella. L'inserzione si intitola “scegli la certezza”. Niente scambio ma “un euro subito in contanti”. Si definisce l'offerta “vantaggiosa” e con “nessun rischio di mercato”. E poi si gioca su tempi e cifre. International media holding definisce la propria offerta “conveniente”, con “un premio del 90%” rispetto “al prezzo offerto da Cairo l'8 aprile”. Ed è proprio questo il punto che ha spinto l'editore de La 7 a diffondere un comunicato e chiamare in causa la Consob.
L'affermazione che il prezzo offerto da Imh sia conveniente, si legge nella nota di Cairo, “è idonea a indurre in errore gli azionisti di Rcs e influenzare in modo scorretto la scelta di aderire all'Opas”. Il motivo è semplice: dall'8 aprile le condizioni offerte da Cairo sono cambiate in modo sostanziale, con 0,25 euro in cash che si aggiungono alle 0,18 azioni Cairo per ogni azione Rcs, per un valore complessivo di 1,04 euro. Quel premio del 90% non esiste più. La Consob dovrà valutare.